Lufthansa, tagliati 26 mila posti di lavoro. New Alitalia, un altro rinvio

Lufthansa, tagliati 26 mila posti di lavoro. New Alitalia, un altro rinvio

di Roberta Amoruso
L'aria che tira in casa Lufthansa si era intuita dall'annuncio di una maxi-ristrutturazione la settimana scorsa, con i sacrifici «significativamente più pesanti» ipotizzati dal ceo Carsten Spohr rispetto ai 10.000 tagli stimati soltanto qualche settimana fa. A far scoprire le carte ieri è stato un incontro con i sindacati. La compagnia aerea stima di avere un eccesso di 22.000 posti di lavoro a tempo pieno e fino a 26.000 dipendenti in esubero, secondo quanto riferito da un portavoce di Lufthansa al termine dell'incontro. Si tratta di tagliare il 16% della sua forza lavoro a livello mondiale, la metà in Germania, pur di far fronte alla crisi provocata dal coronavirus, che ha spinto lo Stato tedesco a un salvataggio da 9 miliardi di euro: Berlino entrerà nel capitale del vettore con una quota del 20% e potrà salire al 25% più un'azione in caso di takeover ostile. Ma la mossa passata al vaglio anche di Bruxelles farà scattare anche un drastico piano di risparmi che consenta il rimborso del debito nei tempi più stretti.
La notizia dei tagli ha avuto un immediato effetto politico: è stata l'opposizione a insorgere, con Verdi e Linke che ieri hanno chiesto all'esecutivo guidato da Angela Merkel di sedersi nuovamente al tavolo con la compagnia per ritrattare le condizioni dell'intesa. L'obiettivo di Lufthansa sarebbe invece di raggiungere un accordo con le organizzazioni sindacali prima del 25 giugno, data dell'assemblea dei soci chiamati ad esprimersi proprio sul piano di salvataggio da 9 miliardi.

Alitalia riapre i collegamenti internazionali: da luglio oltre 1000 voli a settimana su 37 aeroporti Tutte le tratte

Nel tentativo di scongiurare, o almeno limitare i licenziamenti, ieri i piloti del vettore tedesco avrebbero rinnovato un'offerta senza precedenti: la rinuncia al 45% della propria busta paga. Ma non basterà. Lufthansa controlla anche Swiss, Austrian, Brussel Airlines, Eurowings e Air Dolomiti e dà lavoro a 135 mila dipendenti in tutto il mondo. Nel pieno della crisi, il gruppo è arrivato a offrire soltanto il 3% dei posti abituali sui suoi voli, mentre 700 aerei dei 763 di proprietà sono rimasti a terra, con il numero dei passeggeri crollato del 98% in aprile. Il risultato è la perdita record di 2,1 miliardi registrata nel primo trimestre dell'anno. Numeri che hanno spinto i vertici a una virata netta nella strategia anche dei prossimi anni.

EFFETTO DOMINO
Entro settembre Lufthansa conta di tornare a servire il 90% delle sue destinazioni locali tradizionali e 70 delle sue rotte a lungo raggio. Ma la compagnia aerea farà in modo di mantenere a terra 300 dei suoi aeromobili nel 2021 e 200 nel 2022.
Nel frattempo, un po' tutte le compagnie aeree hanno messo mano a pesanti tagli dei costi. Air Canada è pronta a lasciare a casa almeno 19 mila dipendenti, British Airways 12 mila, Delta 10 mila. Compagnie come la britannica Flybe sono già fallita. Altre attendono il salvataggio di Stato.
Come Alitalia, che ieri ha incassato l'ennesimo rinvio. Era attesa in Commissione Trasporti della Camera l'audizione dei ministri Paola De Micheli e Stefano Patuanelli, con lo scopo di fare luce sul futuro del vettore dopo l'annuncio della nazionalizzazione per decreto e lo stanziamento fino a 3 miliardi per il rilancio della compagnia, ma all'ultimo è saltata. È già la seconda volta che viene rinviata l'audizione dei due ministri. Nessun mistero, fanno però sapere dal Mit. Il rinvio alla prossima settimana è legato ad esigenze tecniche della Camera, non del ministro.
Sullo sfondo salgono intanto i toni della polemica con la Regione Sicilia per l'addio allo scalo di Trapani, proprio mentre Alitalia ha annunciato l'aumento delle destinazioni e frequenze a partire da luglio, con oltre 1.000 voli settimanali e raggiungendo 13 nuovi aeroporti.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Giugno 2020, 09:57
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