In Italia la quota di popolazione giovane sul totale è più bassa di quella degli altri Paesi europei. E contemporaneamente i giovani che ci sono fanno molta più fatica a trovare un'occupazione, anche quando sono usciti dal percorso formativo. La combinazione di demografia sfavorevole e mercato del lavoro ostile a ventenni e trentenni può essere una grave minaccia anche per l'economia del Paese nel suo complesso, come evidenzia uno studio di Confcommercio. L'analisi sottolinea che tra il 2000 e il 2019 i giovani occupati nella fascia di età compresa tra i 15 i 34 anni si sono ridotti in termini assoluti di due milioni e mezzo di unità. Un fenomeno che certamente dipende dalla diminuzione numerica delle generazioni più fresche ed è destinato a proseguire: nel 2008 sono nati 576 mila bambini, mentre lo scorso anno ci si è fermati a 404 mila e a fine 2021 quasi certamente si scenderà sotto la soglia delle 400 mila nascite.
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Ma il peggioramento della situazione ha una natura anche qualitativa ed è legato ad altri fattori: l'incidenza dei cosiddetti Neet, i giovani che non lavorano ma allo stesso tempo non studiano e non sono coinvolti in progetti formativi è in crescita ed ha raggiunto il 22 per cento della popolazione che appartiene a quella fascia di età. Un valore ben più alto di quello di altri Paesi che pure hanno sperimentato una contrazione demografica: in Germania la percentuale si ferma al 7,6 per cento, mentre in Spagna non supera il 15. Insomma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la riduzione assoluta nel numero di ragazzi che bussano alle porte del mercato del lavoro non porta con sé un aumento delle opportunità. Anzi a volte è vero proprio il contrario.
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GLI ELEMENTI
Lo studio di Confcommercio fornisce altri elementi che aiutano a inquadrare la situazione.
La richiesta degli imprenditori è una riduzione sia del carico fiscale sia degli adempimenti burocratici che ancora ostacolano l'attività economica. Per il presidente Sangalli «il sostegno alle imprese giovanili rende più robusta, diffusa e duratura la crescita economica, per cui è fondamentale utilizzare al meglio le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinate ai giovani, soprattutto per quanto riguarda formazione, incentivi e semplificazione burocratica».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Agosto 2021, 11:32
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