Jabil, la multinazionale americana licenzia 190 persone in Campania. L'ira dei sindacati: «Inaccettabile durante la pandemia»

Jabil, la multinazionale americana licenzia 190 persone in Campania. L'ira dei sindacati: «Inaccettabile durante la pandemia»
Quasi duecento lavoratori rischiano il licenziamento, in piena crisi per l'emergenza coronavirus in Campania. Accade a Marcianise, nel casertano, dove una multinazionale americana dell'elettronica, la Jabil, procederà il prossimo 25 maggio (lunedì) al licenziamento collettivo di 190 dipendenti dello stabilimento. A rendere noti i licenziamenti è stata la stessa azienda, con un comunicato stampa alla fine di una riunione in video-conferenza con i sindacati: ed è scoppiata una polemica, con la condanna bipartisan di esponenti politici di schieramenti diversi come Mara Carfagna di Forza Italia e Nicola Fratoianni di Leu.

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Il tavolo tra azienda e sindacati, l'ennesimo dall'inizio della vertenza - partita a giugno 2019 - non ha partorito novità positive per i lavoratori del sito di Marcianise: questi ultimi non hanno voluto accettare né l'esodo incentivato né la ricollocazione in altre aziende. Si auspicava che l'azienda chiedesse una proroga della cassa integrazione in scadenza proprio il 25, o che potessero arrivare buone nuove dal Cda della multinazionale riunitosi negli States, ma così non è stato. Negli ultimi giorni, una trentina di dipendenti ha accettato in extremis di passare in altre realtà produttive, mentre dall'inizio della vertenza sono stati 160 gli addetti che hanno accettato di andarsene optando per uno dei due strumenti messi a disposizione in alternativa al licenziamento.

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Nel giugno del 2019, la Jabil aveva annunciato 350 esuberi su un totale di 700 dipendenti a Marcianise; contava di convincere buona parte dei lavoratori ad accettare l'esodo o la ricollocazione, ma il tempo ormai è scaduto. «Da diversi anni a questa parte - si legge nella nota dell'azienda - il sito Jabil di Marcianise si è dovuto confrontare con un contesto economico sfidante, volumi in calo e risorse sotto-utilizzate. Per affrontare la situazione, Jabil ha lavorato con le organizzazioni sindacali e con gli stakeholder, sia locali sia nazionali, a un programma di outplacement volontario per offrire ai dipendenti un'opportunità di reimpiego in altre imprese locali, interessate ad assumere i dipendenti di Jabil.

Queste aziende, che hanno partecipato al programma di reimpiego, hanno fatto richiesta di un numero di lavoratori maggiore rispetto ai dipendenti di Jabil in esubero. Jabil ha reso inoltre disponibili significative risorse economiche sia per i dipendenti, come incentivi all'esodo, sia per le aziende che assumeranno i dipendenti di Jabil, a supporto dei loro business plan. Tutto ciò è stato fatto con l'intento di agevolare il più possibile il processo di ristrutturazione e favorire un esito positivo per tutti. Nonostante questi sforzi e il continuo impegno di Jabil, ad oggi si registra purtroppo un risultato deludente sulle adesioni al reimpiego, nonostante le numerose proposte ricevute, che non ci consente di risolvere il problema».

SCIOPERO DI OTTO ORE I sindacati dei metalmeccanici hanno proclamato otto ore di sciopero per ieri sera e oggi in risposta alla decisione dei vertici della multinazionale americana. «La decisione della Jabil - spiega il segretario della Fiom-Cgil di Caserta Francesco Percuoco - è inaccettabile anche perché è stata presa in dispregio delle norme nazionali che sospendono i licenziamenti in questo periodo di pandemia, dando la possibilità a costo zero di rinnovare la cassa integrazione già ottenuta». Sulla stessa linea Mauro Musella, lavoratore e delegato della Uilm, secondo cui «questa scelta aziendale è avventata e sbagliata, e danneggia i lavoratori. La Jabil non può non tener conto delle leggi italiane. Mi appello ai politici e alla Regione perché intervengano a difesa del lavoro di centinaia di persone».

CARFAGNA: SI APRA UN TAVOLO «La procedura di licenziamento di 190 dipendenti da parte della Jabil a Marcianise era stata avviata prima del 23 febbraio, a quanto dichiara l'azienda, e sarebbe quindi esclusa dal divieto di licenziamento. La multinazionale americana sembra voler rispettare le norme alla lettera: mi chiedo allora se sia altrettanto lineare e coerente, con la ratio del DL Cura Italia, che la Jabil abbia attinto a piene mani ai benefici previsti dal decreto, in particolare alla cassa integrazione straordinaria», dichiara Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia. 

«Prima usi i soldi pubblici messi a disposizione dallo Stato per conservare la base degli occupati e poi, una volta finiti i fondi, licenzi come se nulla fosse? Probabilmente chi al governo ha disegnato la norma avrebbe dovuto prevedere un meccanismo di inclusione automatica nel divieto di licenziamento di tutte le aziende che abbiano attinto alle risorse statali. Ora però è fondamentale attivarsi rapidamente per cercare una soluzione che non lasci a casa nessuno dei 190 lavoratori a rischio: si apra subito un tavolo al Mise con l'azienda e le parti sociali».

FRATOIANNI: ENNESIMO ATTACCO AI LAVORATORI «La multinazionale americana Jabil annuncia licenziamenti di 190 persone nello stabilimento di Marcianise, in provincia di Caserta, nonostante il decreto del governo lo vieti espressamente. L'ennesimo attacco a lavoratori che hanno già fatto sacrifici per quell'azienda e che da un anno sono sotto il ricatto dei licenziamenti. Basta con questa giostra», le parole di Nicola Fratoianni portavoce nazionale di Sinistra Italiana. «Di fronte a tanta arroganza - conclude l'esponente di Leu - è arrivato il momento di pensare ad interventi diretti dello Stato. Di fronte alla vita delle persone, non mi si dica che sono ideologico, sono loro sciacalli e opportunisti».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Maggio 2020, 15:01
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