«Entro lunedì - segnala la Cgia - non saranno pochi gli imprenditori che avranno difficoltà a recuperare le risorse economiche per onorare gli impegni fiscali. Oltre alla congiuntura difficile, le banche continuano a erogare il credito con il contagocce». I prestiti bancari alle imprese di piccola dimensione (meno di 20 addetti) sono infatti in costante calo dal 2012, contrazione che secondo la Banca d'Italia solo in parte è ascrivibile a una diminuzione della domanda di credito o a fattori di rischio.
A marzo l'erogazione a queste piccole realtà produttive è scesa, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, di 2,3 punti percentuali. Al netto delle tariffe applicate dai commercialisti per la tenuta della contabilità aziendale, secondo una indagine realizzata periodicamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il costo della burocrazia fiscale in capo agli imprenditori ammonta a circa 3 miliardi di euro all'anno.
«Oltre ad avere una pressione fiscale tra le più elevate d'Europa - afferma il coordinatore dell'Ufficio studi, Paolo Zabeo - in Italia è estremamente difficile anche pagare le tasse. La complessità e la farraginosità del nostro sistema tributario spesso mette in seria difficoltà perfino gli addetti ai lavori come i commercialisti, le associazioni di categoria o i Caf. Figuriamoci gli imprenditori, in particolar modo quelli di piccola dimensione, che, all'interno della propria attività, in moltissimi casi non dispongono nemmeno di un ufficio amministrativo minimamente strutturato».
Secondo il segretario della Cgia, Renato Mason «con una tassazione inferiore e più semplice anche l'Amministrazione finanziaria potrebbe lavorare meglio ed essere più efficace.
La selva di leggi, decreti e circolari esplicative presenti nel nostro ordinamento tributario, invece, complica la vita a tutti, relegandoci tra il gruppo di paesi meno attrattivi per gli investitori stranieri anche per questo motivo», conclude.
Ultimo aggiornamento: Sabato 15 Giugno 2019, 18:55
© RIPRODUZIONE RISERVATA