Professor Davide Chiaroni, docente della Management School al Politecnico di Milano, quali saranno gli effetti di questa riduzione di gas russo verso l’Italia?
«Ad oggi, abbiamo il gas che ci occorre per far lavorare le imprese e quello in arrivo viene destinato allo stoccaggio, dunque è usato per garantirci di mettere da parte i quantitativi che ci saranno utili, quando, nel periodo invernale, servirà, appunto, più gas. Perciò, allo stato attuale e nel breve periodo, il taglio del quindici per cento non dovrebbe comportare gravi conseguenze».
Fino a quando potremo andare avanti?
«Fino a ottobre, sicuramente.
Quando dovremo preoccuparci?
«Dipende anche dagli accordi presi con i Paesi africani, l’Algeria, l’Arabia Saudita. Sappiamo che accordi per il gas ci sono e che ci sarà disponibilità, ma non abbiamo informazioni sulla “misura”, ossia sulla quantità del gas, e neppure sui tempi, ovvero da quando sarà concretamente utilizzabile. Se a inizio autunno, vedremo ritardi nell’arrivo di gas da questi Paesi e la Russia continuerà con la politica dei tagli, ecco, allora, qualche preoccupazione sarà inevitabile».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Giugno 2022, 07:25
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