Il governo prova a dare un nuovo colpo di acceleratore sulle rinnovabili. Intanto l’Italia, con la prospettiva di spezzare presto la dipendenza europea dal gas russo, si candida a diventare il nuovo hub del metano continentale. La Penisola, rispetto ad altri Paesi come la Spagna, si trova infatti in una posizione di maggior vantaggio. I tubi che portano il gas nel Belpaese sono ben collegati al resto d’Europa e sono anche in grado di invertire il flusso. Invece di riceverlo possono anche spedirlo verso altre nazioni, come accaduto per esempio a cavallo di Natale, quando il costo del gas importato attraverso il Tap, il tubo che arriva in Salento, è diventato più conveniente ed è stato venduto a Svizzera, Francia e Germania.
I nodi
C’è da risolvere però il nodo dei rigassificatori, indispensabili per ricevere il gas promesso dagli americani e quello che arriverà dai paesi africani e dal Qatar, e contribuire a renderci indipendenti dall’energia di Mosca. Di impianti per immettere nella rete italiana il gas che dovrebbe arrivare via nave ce ne sono per ora solo tre: al largo di Livorno, Rovigo e Panigaglia (vicino a la Spezia). La Snam è alla ricerca di due navi da ormeggiare vicino alla costa (si è ipotizzato a Ravenna e a Piombino, dove però si sono subito levate e molte voci contrarie) per fare da rigassificatori galleggianti e immettere nella rete altri 10 miliardi di metri cubi l’anno. Una quota che anche se arrivasse subito sarebbe comunque in grado di coprire solo un terzo del gas che importiamo dalla Russia.
Intanto il percorso che dovrebbe portare nei prossimi anni l’Italia a non dipendere più dal gas russo passa anche dallo sviluppo della produzione da rinnovabili. Il prossimo decreto Energia, atteso in settimana, forse giovedì, stabilirà una serie di nuove norme per velocizzare la costruzioni di nuovi impianti per la produzione da fonti green.
La proposta
Anche la Commissione europea lavora a una proposta di revisione della direttiva sulle rinnovabili per accelerare le autorizzazioni, considerato l’ostacolo principale alla diffusione delle energie pulite. «Il mese prossimo la Commissione presenterà una nuova strategia sull’energia solare, come parte del pacchetto RePowerEu», ha detto ieri la presidente dell’esecutivo, Ursula von der Leyen. «La guerra scatenata dalla Russia contro Kiev ha ricordato duramente, a noi europei, che la dipendenza dall’energia di Mosca non è più sostenibile», ha aggiunto. «Ogni kilowattora che generiamo di energia dal solare, dall’eolico, dall’idrico o dalle biomasse riduce la nostra dipendenza dalle fonti fossili».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Aprile 2022, 00:20
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