Manovra, M5S insiste sulle cure dentali: 500 euro alle fasce deboli

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Cure dal dentista non più un lusso destinato solo a chi può permettersele: è l'obiettivo di un emendamento del M5S alla manovra, con il quale si prevede un contributo di 500 euro annui per le cure odontoiatriche alle fasce di popolazione più deboli, ovvero con un reddito Isee «pari o inferiore a 25.000 euro». Un emendamento, a prima firma Giovanni Endrizzi, che, se approvato, aprirebbe anche ad un'altra novità: dal 2022, gli studi odontoiatrici potranno essere solo società tra professionisti iscritti all'Albo.

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Primo obiettivo dunque, si legge nell'emendamento alla manovra sottoscritto anche dai senatori 5S Dell'Olio, Puglia, Pirro e depositato in commissione Bilancio del Senato, è «consentire le cure odontoiatriche alle fasce di reddito meno abbienti». A tal fine, è destinata «particolare attenzione ai minori, alle famiglie monoreddito con figli, alle famiglie numerose, agli anziani e in genere alle categorie deboli»: per tutte queste categorie si prevede un contributo di 500 euro l'anno. Nell'emendamento si specifica inoltre che «con decreto del ministro della Salute, di concerto con il ministro dell'Economia e delle Finanze da adottare entro il 31 dicembre 2020, sono stabiliti i criteri per il riconoscimento del contributo».

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Ed ancora: lo stesso emendamento stabilisce anche che, dal 2022, gli studi odontoiatrici potranno essere solo società tra professionisti iscritti all'Albo, escludendo dal settore tutte le strutture organizzate con altre modalità (ad esempio Spa e Srl e catene odontoiatriche) in cui attualmente i proprietari possono non essere medici iscritti all'Albo. Una prospettiva inquietante, se l'emendamento fosse approvato, secondo l'Associazione Nazionale dei Centri Odontoiatrici (Ancod): «È molto grave - avverte l'associazione - che si possa proporre o considerare ammissibile l'emendamento presentato, che potrebbe eliminare il segmento delle società in odontoiatria, mettendo a rischio 17.000 posti di lavoro. Prevede che possano operare esclusivamente le StP (Società tra Professionisti), escludendo dal settore odontoiatrico tutte le strutture organizzate con altre modalità (ad esempio Spa e Srl). Tali strutture oggi impiegano oltre 17.000 persone in Italia, qualora l'emendamento passasse si creerebbe un nuovo caso occupazionale in un momento in cui l'Italia è già interessata da altre gravi emergenze-lavoro».

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Si dice pertanto «scioccato» il presidente Ancod, Michel Cohen, per un provvedimento «incostituzionale, chiaramente contrario alla libertà d'impresa, alla libera concorrenza, ma soprattutto senza alcun senso perché sono proprio i gruppi organizzati dell'odontoiatria a offrire soluzioni di qualità alle fasce più deboli, oggi non coperte dai Livelli Essenziali di Assistenza». Dunque, conclude, «riteniamo che il governo debba rendere inammissibili le proposte presentate alla Legge di Bilancio 2020 che mirano non soltanto ad inasprire il quadro normativo di riferimento, ma, addirittura, a chiudere completamente il mercato alle società operanti nel settore odontoiatrico, che rappresentano l'8% del mercato odontoiatrico italiano».

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Novembre 2019, 21:03
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