Cuneo fiscale, 3 miliardi di euro per il taglio: ecco chi ci guadagna

Secondo il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti la misura: "Sosterrà potere d'acquisto delle famiglie"

Cuneo fiscale, 3 miliardi di euro per il taglio: ecco chi ci guadagna

di Redazione web

Con l'approvazione del Def, il Documento di economia e finanza, da parte del Cdm, tre miliardi di euro saranno usati dall'esecutivo per tagliare il cuneo fiscale, ritoccando verso l'alto la busta paga dei lavoratori dipendenti, a vantaggio dei redditi medio-bassi.

Secondo il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, c'è un margine che «sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione della crescita salariale. Unitamente ad analoghe misure contenute nella legge di bilancio, questa decisione testimonia l’attenzione del governo alla tutela del potere d’acquisto dei lavoratori e, al contempo, alla moderazione salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi».

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Impatto positivo sulle famiglie

Giorgetti si dice convinto che le riforme dell'esecutivo hanno l'obiettivo di «riaccendere la fiducia nel futuro, tutelando la natalità e le famiglie anche attraverso la riforma fiscale che privilegerà i nuclei numerosi. Inoltre riconoscerà lo spirito imprenditoriale quale motore di sviluppo economico, promuovendo il lavoro quale espressione essenziale dell’essere persona».

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Cala il rapporto debito/Pil

Buone notizie anche sul versante del debito secondo il Def, perché se nel 2022 il rapporto debito/Pil è risultato pari al 144,4%, quest'anno calerà al 142,1%, per poi scendere al 141,4% l'anno prossimo, al 140,9% nel 2025 e infine raggiungere il 140,4% nel 2026.

Ma secondo l'analisi del Ministero guidato da Giorgetti, ci sono effetti negativi sulla riduzione a causa del Superbonus, che ha un impatto sulla finanza pubblica.

Crescita del Pil

Quest'anno il Pil crescerà di più rispetto a quanto previsto in autunno, quando la crescita era stata fissata allo 0,6 per cento. L'asticella salirà allo 0,9% nel quadro tendenziale, cioè in assenza di misure, e all'1% in quello programmatico. L'anno prossimo sarà fissata all'1,4% (1,5% programmatico) per poi passare all'1,3% nel 2025 e all'1,1% l'anno dopo (stesse percentuali per il tendenziale e il programmatico). La stima per il 2024, quindi, viene rivista al ribasso (dall’1,9%) in confronto allo scorso novembre.


Ultimo aggiornamento: Martedì 11 Aprile 2023, 20:00
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