Cuneo fiscale, contributi sociali giù di 3 punti per i redditi fino a 20 mila euro

Beneficio lordo di 45 euro al mese per le retribuzioni. Decontribuzione per le assunzioni di under 35

Cuneo fiscale, contributi sociali giù di 3 punti per i redditi fino a 20 mila euro

di Luca Cifoni

Due punti di contributi previdenziali in meno per i dipendenti la cui retribuzione annuale lorda arriva a 35 mila euro (corrispondenti a 2992 al mese). Un punto in più, e quindi tre in tutto, per quelli il cui stipendio non supera i 20 mila l’anno (1.538 mensili, sempre in termini lordi). Vale circa 5 miliardi la mossa del governo Meloni in tema di cuneo fiscale, una mossa che nelle intenzioni rappresenta il primo passo verso la riduzione strutturale degli oneri che gravano sul lavoro: il traguardo è quello di un taglio di cinque punti per tutti, con beneficio ripartito per due terzi ai lavoratori e per il restante terzo alle imprese.

Pensioni minime, quanto aumentano? Cosa succede a quelle "alte"? Ecco come cambiano (anche per Quota 103)

LA SCADENZA

Di fatto viene esteso lo sconto contributivo che era stato introdotto, in due tempi dal precedente esecutivo, che però non era finanziato per il prossimo anno e dunque sarebbe andato a scadenza a dicembre. In più c’è l’ulteriore punto per i redditi meno elevati. Un aspetto importante per i lavoratori è la garanzia di mantenere la stessa pensione futura: viene infatti tenuta ferma l’aliquota di computo, quella in base alla quale verrà calcolato l’assegno. In altre parole lo Stato “copre” la differenza sotto forma di contribuzione figurativa, che rappresenta appunto il costo della misura. Qual è l’effetto concreto di questo taglio? In termini lordi il beneficio mensile cresce fino a 45 euro per una retribuzione da 1.500 euro lordi mensili, corrispondenti a poco meno dei 20 mila annui che sono la soglia per la riduzione di tre punti. Siccome però i contributi risparmiati vanno ad incrementare il reddito imponibile, l’effetto netto mensile si assottiglia a circa 30 euro. A quota 1.600 euro lordi mensili il beneficio lordo si riduce perché i punti di contribuzione “condonati” sono due invece di tre: dunque 32 euro che corrispondono a 21 netti. Poi al crescere del reddito l’impatto nominale torna a crescere fermandosi a 54 euro lordi per uno stipendio da 2.692 euro mensili, corrispondenti al tetto massimo dell’agevolazione.

Anche in questo caso interviene la tassazione a comprimere il vantaggio effettivo, che a questo livello retributivo vale 30 euro netti al mese. 

Una decontribuzione di tipo diverso e più ampia (fino a un massimo di 6 mila euro) è quella a favore delle aziende, per le assunzioni di giovani fino a 35 anni. I lavoratori dipendenti non avranno invece benefici diretti sul fronte della tassazione Irpef, perché è saltato, per il momento, il progetto di “imposta piatta incrementale” ovvero applicata sul maggior reddito guadagnato rispetto a quello degli anni precedenti. Tra le misure allo studio negli ultimi giorni ce ne è però una che si muove più o meno nella stessa direzione, ma vale solo per i premi aziendali di risultato, riconosciuti ai dipendenti anche in applicazione della contrattazione di secondo livello, a fronte di aumenti di produttività. Attualmente questa componente della retribuzione è tassata al 10 per cento fino ad un massimo di 3 mila euro: dal prossimo anno il prelievo potrebbe scendere al 5 per cento, mentre verrebbe applicata un’aliquota sostitutiva più bassa (10-15%), invece di quella ordinaria Irpef, anche sulla parte eccedente.

Benzina, sale il prezzo da dicembre: dimezzato lo sconto sulle accise. Governo: «Non penalizza l'autotrasporto»

I FRINGE BENEFITS

Infine va ricordato che il recente decreto Aiuti quater ha innalzato a 3 mila euro la soglia al di sotto della quale sono detassati i fringe benefits che i datori di lavoro possono riconoscere ai propri dipendenti per varie finalità di welfare, incluso il pagamento delle bollette di elettricità o gas. Una novità che per ora riguarda solo il 2022 ma in legge di Bilancio può essere estesa anche al prossimo anno. In questo modo le aziende avrebbero più tempo per destinare queste risorse ai lavoratori.
 


Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Novembre 2022, 01:38
© RIPRODUZIONE RISERVATA