Coronavirus, Draghi: «Agire subito senza preoccuparsi dell'aumento del debito pubblico»

Draghi: «Agire subito senza preoccuparsi dell'aumento del debito pubblico»
Interviene Mario Draghi sull'emergenza coronavirus. «Di fronte a circostanze non previste un cambio di mentalità è necessario in questa crisi come lo sarebbe in tempi di guerra. Lo choc che ci troviamo ad affrontare non è ciclico. La perdita di reddito non è colpa di chi la soffre. Il costo dell'esitazione potrebbe essere irreversibile. La memoria delle sofferenze degli europei negli anni 1920 sono un ammonimento». Lo scrive Mario Draghi, l'ex presidente della Bce, sul Financial Times, parlando di «guerra contro il coronavirus».

«La velocità del deterioramento dei bilanci privati, causata da uno shutdown che è inevitabile e opportuno» deve incontrare «un'uguale velocità nel dispiegare i bilanci dei governi, mobilitare le banche e, come europei, sostenerci uno con l'altro in quella che è evidentemente una causa comune», aggiunge Draghi definendo «coraggiose e necessarie» le misure prese dai governi per prevenire che il sistema sanitario sia sopraffatto.
Si tratta di azioni che «vanno sostenute» anche se comportano un «alto e inevitabile costo economico. Giorno dopo giorno le notizie economiche peggiorano». «È l'appropriato ruolo dello stato quello di dispiegare il suo bilancio per proteggere i cittadini e l'economia contro shock di cui il settore privato non è responsabile e non può assorbire», aggiunge Draghi mettendo in evidenza che le «guerre sono state finanziate da aumenti del debito pubblico. DUrante la prima guerra mondiale. In Italia e in Germania fra il 6 e il 15% delle spese di guerra in termini reali sono state finanziate con le tasse».

 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 25 Marzo 2020, 22:56
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