Cartelle esattoriali e bollo auto, al via la rottamazione: ​ecco a chi spetta

Cartelle esattoriali e bollo auto, al via la rottamazione: ecco a chi spetta

di R.Ec.

Con la creazione dell'elenco dei contribuenti potenzialmente interessati è partita ufficialmente la rottamazione delle cartelle esattoriali e del bollo auto fino a 5mila euro di valore. Il provvedimento, voluto dal governo Draghi e inserito nel Dl Sostegni, ha preso il via dopo un apposito decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Lo scorso 20 agosto, infatti, la sezione Riscossione dell'Agenzia delle entrate ha elaborato la lista dei codici fiscali e ora, entro il 30 del mese, si deve verificare chi effettivamente rientra nella misura e può avere la cancellazione di quanto dovuto a novembre. Per farlo si sta controllando il rispetto di tutti i paletti imposti dal governo.

Rottamazione delle cartelle esattoriali, chi riguarda e i paletti

La sanatoria azzera circa 16 milioni di cartelle, con la loro imposta non pagata, gli interessi e le sanzioni (le multe). Si tratta dello stralcio delle cartelle e dei debiti dovuti allo Stato fino a 5 mila euro (tra cui le somme del bollo dell’auto e del superbollo) che riguardano il periodo 2000-2010. Si tratta della data, non del momento in cui non sono state pagate.

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Il condono non è accessibile ai più abbienti, per effetto del limite di reddito stabilito: solo i contribuenti con un reddito pari o inferiore a 30mila euro nel 2019 hanno diritto allo stralcio. Più nel dettaglio, analizzando un campione di circa 3 milioni di soggetti è stato stimato che circa l’83% delle persone con debiti di importo fino a 5mila euro affidati dal 2000 al 2010 potrà beneficiare del condono poiché nel 2019 aveva un reddito non superiore a 30mila euro. Nel complesso parliamo perciò di milioni di contribuenti interessati.

L’annullamento, infine, non si applica ad alcune tipologie di carichi. Fuori dal perimetro della sanatoria i debiti relativi alle risorse proprie tradizionali dell’Unione Europea e all’imposta sul valore aggiunto riscossa all’importazione, quelli derivanti dal recupero degli aiuti di Stato considerati illegittimi, oltre che quelli relativi a multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna.

I prossimi passaggi

L'elenco già stilato è quello dei codici fiscali dei contribuenti presenti nel sistema dell'Agenzia delle entrate-Riscossione al 23 marzo 2021. Ora L'Agenzia vera e propria deve fare il controllo incrociato con i suoi dati. Entro il 30 agosto, quindi, gli addetti elimineranno chi non ha diritto alla cancellazione. Se ci sono ruoli intestati a più debitori la cancellazione non ci sarà se uno dei due debitori risulta tra i codici fiscali già segnalati.

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La cancellazione vera e propria avverrà entro il 31 ottobre. Ma solo entro il 30 novembre arriveranno le notifiche agli enti interessati dell'annullamento. A quel punto a dicembre gli ex debitori riceveranno la notizia dell'avvenuta cancellazione, controllando tramite il servizio online dell'Agenzia delle Entrate.

I costi per lo Stato

Il costo dell’operazione ammonta a poco più di 666 milioni di euro, ma se si storna dal conteggio il valore delle pratiche che avevano già aderito a rottamazione ter e saldo e stralcio allora l’asticella scende a 215 milioni di euro circa. Come ricorda anche l’Agenzie delle Entrate-Riscossione «tra i debiti oggetto dello stralcio sono compresi anche quelli eventualmente presenti nei piani di pagamento della rottamazione-ter e del saldo e stralcio». Dunque nel falò acceso dal Sostegni finiscono pure cartelle che erano in fase di riscossione. Verranno azzerate anche le cartelle notificate dopo il 31 dicembre 2010, a patto però che l’affidamento all’agenzia della riscossione sia avvenuto prima di questa data.

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Inizialmente il condono doveva applicarsi a un periodo più lungo, ossia a tutti i debiti fino a 5 mila euro affidati dal 2000 al 2015, e in questo caso le cartelle interessate dalla misura sarebbero state più di 60 milioni e il costo della sforbiciata avrebbe raggiunto i due miliardi di euro, da spalmare sul 2021 e sul 2022. Poi il passo indietro con il restringimento dell’arco temporale oggetto dell’intervento: in questo modo la quantità di ruoli a misura di condono si è ridotta significativamente, ovvero di circa il 75%.

Inoltre la concentrazione di debiti ormai inesigibili è più accentuata nel periodo che va tra il 2000 e il 2010 e anche questo rende la nuova pace fiscale più leggera. Restano invece definitivamente acquisite le somme versate anteriormente alla data dell’annullamento.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Agosto 2021, 18:28
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