Stop alle importazioni di greggio via mare, misure d'emergenza in caso di interruzione delle forniture, l'istituto bancario Sberbank escluso dal sistema Swift e nuove restrizioni per gli oligarchi russi, compreso il patriarca Kirill.
È questo il contenuto del sesto pacchetto di sanzioni che, seppure con mille difficoltà, l'Europa si appresta a varare. «Il momento di massimo impatto di tutte le sanzioni fin qui approvate sarà da questa estate in poi» ha spiegato il presidente del Consiglio, Mario Draghi che si è detto «abbastanza soddisfatto dai risultati». Sul petrolio, Draghi dice addirittura che «l'accordo è stato un successo, perché immaginare di essere uniti su un embargo di circa il 90% del petrolio russo, fino a qualche giorno fa, non sarebbe stato credibile». Per la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen il nuovo pacchetto «distruggerà la capacità di Putin di finanziare la guerra» e Macron non esclude ulteriori interventi.
Intanto però l'accordo sul petrolio (che comunque prevede un'esenzione temporanea per il greggio consegnato tramite oleodotti per dare tempo a Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, di rendersi indipendenti dalle forniture russe) ha fatto volare il prezzo del greggio, balzato a 119,4 dollari al barile. Si teme ora per una nuova impennata dei prezzi dei carburanti. Sul price cap, il tetto al prezzo del gas, il premier italiano è riuscito a incassare una piccola vittoria. Superando le ostilità dei Paesi del nord Europa (e in particolare dell'Olanda), Draghi è riuscito ad ottenere che la Commissione europea avvii uno studio sulla fattibilità di un tetto temporaneo al prezzo del gas per mettere un freno ai continui rialzi.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Giugno 2022, 08:25
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