Bonus Inps, a maggio da 600 a 1.000 euro: ecco chi ne avrà diritto e come fare per richiederlo

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Bonus Inps, novità a maggio per l'emergenza coronavirus. Con il decreto di fine marzo i lavoratori autonomi e i professionisti hanno ricevuto un bonus di 600 euro, e con il nuovo decreto, in arrivo nei prossimi giorni, quei soldi potrebbero ora salire a mille: ma non per tutti, ma solo per alcune tipologie di lavoratori. Cambieranno perciò i criteri di accesso per le categorie di lavoratori in difficoltà che richiederanno l'indennità.

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COME SI CALCOLA Come spiega il Corriere della Sera, cruciale è un concetto, la perdita del 33% di fatturato, che si calcola come differenza tra i ricavi e i compensi percepiti e le spese effettivamente sostenute, comprese le quote di ammortamento. Si dovrà presentare la domanda all’Inps, che comunicherà all’Agenzia delle Entrate i dati identificativi dei soggetti: l’agenzia verificherà i requisiti e li comunicherà all’Inps, che erogherà il bonus se i requisiti ci sono.

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600 EURO A CHI L’indennità di 600 euro spetterà ai lavoratori dipendenti e autonomi (non titolari di pensione) che in conseguenza alla pandemia hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività: tra loro i lavoratori stagionali (non del turismo) che hanno cessato l’attività tra gennaio 2019 e gennaio 2020 con almeno 30 giornate lavorate. I lavoratori intermittenti che abbiano lavorato per almeno 30 giornate nello stesso periodo.

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E ancora, i lavoratori autonomi (non partite Iva) titolari di contratti autonomi occasionali tra il 1 gennaio 2019 e il 23 febbraio 2020 e iscritti a quest’ultima data alla Gestione separata. Gli incaricati alle vendite a domicilio con reddito del 2019 superiore a 5mila euro, titolari di partita Iva e iscritti alla Gestione separata alla data del 23 febbraio.

MILLE EURO A CHI Ad accedere invece all’indennità di mille euro saranno i liberi professionisti con partita Iva attiva iscritti alla Gestione separata Inps che abbiano subìto una comprovata riduzione del 33% del reddito nel secondo bimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. I lavoratori titolari di rapporti di co.co.co (iscritti alla Gestione separata) la cui durata non si protrae oltre il 31 dicembre 2020 o che abbiano cessato il rapporto di lavoro.

E ancora, i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni separati dell’Ago che abbiano sospeso o cessato la propria attività o subìto una riduzione di almeno il 33% del fatturato. I lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali che abbiano cessato il rapporto di lavoro tra il 1 gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del decreto. I lavoratori in somministrazione impiegati presso imprese del settore del turismo che abbiano smesso di lavorare tra il gennaio 2019 e il 23 febbraio 2020.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Maggio 2020, 18:50
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