Bonus Renzi 80 euro diventa detrazione, esteso ai redditi fino a 35 mila. Nodo incapienti
di Luca Cifoni
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L'ALTERNATIVA. L'alternativa è quella già annunciata dal vice-ministro dell'Economia Antonio Misiani, che prevede invece di destinare le risorse disponibili agli incapienti, i lavoratori dipendenti a basso reddito che sono rimasti esclusi dal beneficio degli 80 euro. Si tratta di coloro che avendo una retribuzione imponibile inferiore a 8.200 euro l'anno circa, attualmente non versano imposta e dunque non possono trarre vantaggio dalla detrazione. Per loro l'idea è stabilire un beneficio proporzionale al reddito, che per forza di cose verrebbe erogato come credito d'imposta, a cura del datore di lavoro oppure in dichiarazione dei redditi. Si tratta naturalmente di due scelte che avrebbero un significato diverso, andando a premiare platee tra loro ben distinte.
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Nel primo caso il segnale sarebbe indirizzato al ceto medio e rappresenterebbe un primo intervento in vista di una futura e impegnativa riforma dell'Irpef. Con la seconda opzione l'intervento avrebbe una valenza sociale più accentuata, a favore di una categoria che almeno parzialmente coincide con quella dei giovani con contratti atipici, finora sostanzialmente non raggiunti da misure di sostegno. Se come pare probabile questo capitolo verrà per il momento lasciato in sospeso, la stessa platea potrebbe essere beneficiata da una revisione delle attuali soglie per il reddito di cittadinanza.
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GLI ONERI. Con entrambe le soluzioni, i benefici andrebbero comunque ai lavoratori, sotto forma di una retribuzione netta più alta e meno distante da quella lorda. Resta da vedere se e in che modo potranno essere favorite anche le imprese, per la parte di costo del lavoro che grava su di loro. Si era parlato della riduzione di alcuni oneri contributivi, anche come forma di compensazione per la futura entrata in vigore del salario minimo caro al Movimento Cinque Stelle.
Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Ottobre 2019, 07:32
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