Assunzioni, al via 24 mila ingressi: obiettivi nei contratti e a casa chi non li centra

Assunzioni, al via 24 mila ingressi: obiettivi nei contratti e a casa chi non li centra

di Andrea Bassi

La cassetta degli attrezzi per il Recovery, come l’aveva definita Mario Draghi, adesso è pronta. A fornire l’ultimo “utensile” è stato ancora una volta il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta. Dopo il decreto sulla riforma dei concorsi pubblici e quello sulle semplificazioni amministrative, Brunetta è riuscito a far approvare in consiglio dei ministri anche il decreto sul reclutamento. «Non ci sarà nessun assalto alla diligenza», ha spiegato il ministro. Ma il decreto sul reclutamento, ha aggiunto, «porterà una ventata di modernità» nella pubblica amministrazione.

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Il titolo del decreto, insomma, è riduttivo per un provvedimento che più che a un “cacciavite” assomiglia a un grimaldello per scardinare gli assetti paludati della pubblica amministrazione. Moltissimi sono, infatti, i cambiamenti che il decreto porta alla macchina burocratica. Partiamo dalle assunzioni per l’attuazione del Recovery plan. Ne sono previste oltre 24 mila (24.450 per l’esattezza), la maggior parte delle quali (circa 21 mila), per la giustizia e soprattutto per il nuovo ufficio del processo, il team di esperti che dovrà aiutare i magistrati a smaltire l’arretrato.

Recovery, via libera a decreto PA in CdM. Brunetta: Ventata di modernità

Tutti i contratti saranno a tempo determinato. Potranno durare al massimo 5 anni, fino al 31 dicembre del 2026, data ultima entro la quale dovranno essere conclusi i progetti legati al Recovery plan. Ma per la prima volta nei contratti dovrà essere inserita una «clausola» di rescissione a favore della Pubblica amministrazione. La clausola, nella sostanza, dovrà dire che se il progetto per il quale il neo assunto ha ottenuto il posto non ha raggiunto gli obiettivi stabiliti, il contratto potrà essere risolto unilateralmente. E questa verifica sarà fatta ogni anno. Prima però, è interessante anche capire come saranno assunti i 24 mila “ragazzi” del Recovery.

Ci saranno tre vie d’accesso per ottenere uno dei contratti a termine con la Pubblica amministrazione. La prima sarà quella del concorso semplificato: scrematura in base ai titoli e poi una sola prova scritta. Più o meno per tutti. Perché nel caso delle assunzioni per la giustizia amministrativa la prova sarà orale.

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Non solo. È stata anche inserita una norma per provare a favorire i giovani laureati. La laurea, ovviamente, farà parte dei titoli che saranno valutati. Se è stata conseguita da meno di 7 anni, il punteggio potrà raddoppiare. Le altre due modalità sono legate a quello che Brunetta aveva definito il «Linkedin italiano». La piattaforma per le assunzioni, sulla quale il ministro spera che tutti gli italiani carichino i loro curricula, avrà due sezioni dove potranno essere presentate le candidature: una per i professionisti e una per le cosiddette “alte professionalità”. Nella prima potranno iscriversi (con una prova di qualificazione) coloro che sono iscritti ad un albo (ingegneri, architetti, avvocati) da almeno 5 anni. Alle seconda, invece, potranno partecipare solo coloro che hanno almeno un dottorato o hanno esperienze di lavoro presso l’Unione europea. Per Brunetta questo sistema non creerà nuovo precariato. Anche perché il 40% nei concorsi a tempo indeterminato saranno riservati a chi ha contribuito al Recovery. 

Le risorse

Parlando ieri al Festival dell’Economia di Trento, Brunetta ha anche confermato che nel decreto verranno tolti i tetti alla contrattazione di secondo livello. Insomma, le amministrazioni avranno più risorse per premiare i propri dipendenti più meritevoli. Per effettuare le valutazioni delle performance, arriverà un «piano unico». Le valutazioni serviranno anche a favorire le nuove carriere interne dei dipendenti pubblici. Nascerà (ma attraverso la contrattazione collettiva) una nuova area, quella delle «alte professionalità». In quest’area, ma come in tutte le progressioni verticali di carriera, sarà possibile accedere dall’interno. Ai dipendenti già nei ranghi delle amministrazioni sarà riservato il 50% dei posti, mentre per il restante 50% rimarrà l’accesso per concorso dall’esterno. Anche per i dirigenti di prima fascia, ha spiegato sempre Brunetta, sarà applicato lo stesso principio. Le progressioni interne procederanno mediante valutazione comparativa tra i dipendenti che negli ultimi tre anni hanno ricevuto le valutazioni migliori.

 


Ultimo aggiornamento: Domenica 6 Giugno 2021, 09:24
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