Alitalia, a Leonardo la manutenzione e alle Poste i cargo

Alitalia, a Leonardo la manutenzione e alle Poste i cargo

di Umberto Mancini

Prende corpo il piano Draghi per Alitalia. Oltre al passaggio a trattativa diretta della parte volo a Ita, con una fetta consistente di piloti e aerei che transiterebbero nella newco guidata da Fabio Lazzerini, il governo sta studiando il coinvolgimento anche di Leonardo e Poste. Il tutto per dimostrare a Bruxelles la discontinuità rispetto al passato.

Al gruppo di Alessandro Profumo verrebbe affidato il polo della manutenzione con Ita viste le conoscenze già sviluppate nel settore, mentre quello che fa capo a Matteo Del Fante dovrebbe dare il proprio supporto nel settore cargo, avviando sinergie e collaborazioni. Non è ancora chiaro quale tipo di partnership possa nascere, di certo però al Ministero dello Sviluppo così come al Tesoro, si ragiona su questi due fronti. L'obiettivo, in vista della call di fine settimana con la Ue, è presentare un progetto nuovo di zecca, in grado di passare l'esame della Commissione sugli aiuti di Stato. Anche la Cdp, ma le idee sono in fase embrionale, sarebbe chiamata in causa per comprare gli aerei.

La scelta

In attesa della definizione complessiva, tutt'altro che fatta, Ita sta rivedendo l'assetto per adeguarsi alle nuove previsioni riviste al ribasso sulla ripresa del trasporto aereo. Sarà in definitiva ancora più mini rispetto a quanto illustrato il 18 dicembre dai vertici Francesco Caio e Fabio Lazzerini. La flotta, inizialmente di 52 aerei (attualmente i velivoli sono più del doppio anche se fermi negli hangar), dovrebbe scendere a 45-48 aerei (l'asticella potrebbe fermarsi a 47) e di conseguenza, i 5.200-5.500 dipendenti previsti in un primo tempo dovrebbero scendere in un range tra 4.500 e poco più di 5 mila (dagli attuali 11.000). Numeri che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbero anche subire ulteriori riduzioni, tanto che circola l'ipotesi che si arrivi a 44 velivoli e circa 3 mila dipendenti. Viste le dimensioni ridotte, inoltre, si prevede che per l'avvio possano servire risorse pubbliche per circa 2 miliardi, mentre il resto dei complessivi 3 miliardi serviranno a completare il piano.

Proprio il nodo occupazione, vista la cura dimagrante, è al centro dell'attenzione.

Tant'è che l'esecutivo starebbe pensando di adottare il contratto d'espansione per il vettore tricolore. Si tratta, in sostanza, di pensionamenti anticipati fino ad un massimo di 5 anni per assorbire il personale in esubero.L'aggiornamento del business plan è stato al centro di una riunione del consiglio di amministrazione di Ita, che ricorda che a incidere sul processo di pianificazione, via via in completamento, sono tre fattori chiave: l'evoluzione del dialogo istituzionale, delle relative scadenze e delle implicazioni sulla struttura con cui sarà autorizzata ad operare; l'aggiornamento delle proiezioni del traffico aereo atteso per i prossimi trimestri e, infine, le modalità e i tempi con cui Alitalia in amministrazione straordinaria gestirà il processo di dismissione dei suoi asset.

L'obiettivo è fare presto, in modo da non lasciarsi sfuggire la stagione estiva, con l'avvio della nuova compagnia almeno per maggio-giugno. Tutto dipende ovviamente da quando arriverà il via libera dell'Ue, a partire dal quale, secondo gli addetti ai lavori, potrebbero servire un paio di mesi. Proprio in vista di quel momento, nel corso del cda è stato illustrato un primo schema di pianificazione a cui il management sta lavorando proprio per impostare l'avvio della fase operativa, una volta concluso il dialogo istituzionale, anche con le istituzioni comunitarie, che ne determinerà tempi e modalità.

Nuovo vertice

Nelle prossime ore non è escluso che il presidente del consiglio Draghi, i ministri coinvolti nel dossier (Daniele Franco del Mef, Giancarlo Giorgetti del Mise, Enrico Giovannini delle Infrastrutture e Andrea Orlando del Lavoro) possano rivedersi, quasi sicuramente prima della call fissata per venerdì con la commissaria Ue Vestager.
L'ipotesi che al momento sembra più percorribile, anche perché più rapida rispetto ai 4-5 mesi necessari per una gara, è, come anticipato dal Messaggero, la cessione della sola parte aviation con trattativa diretta oppure attraverso la cessione al Mef (e poi dal Mef a Ita). Gli altri asset, handling e manutenzione, potrebbero all'inizio essere oggetto di contratti di servizio tra l'amministrazione straordinaria e Ita, insieme alle sinergie da sviluppare con Poste e Leonardo, garantendo allo stesso tempo un po' di ossigeno alla vecchia compagnia. Fit-Cisl, Uilt e Cgil si augurano che il dossier si chiuda presto. Anche Fnta, che raggruppa piloti e hostess, spinge per una rapida soluzione.
 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Marzo 2021, 06:50
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