Il valore delle valute: la teoria del Big Mac

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di Alberto Mattiacci
Il commercio e il turismo internazionale dipendono anche dal valore delle valute. Se l'euro è debole rispetto al dollaro, acquistare un iPhone costerà di più e se ne venderanno (e importeranno) meno. Un euro debole, però, al contempo aiuta l'Italia a vendere più Brunello negli Usa.
Questo rapporto fra valute si chiama tasso di cambio: oggi servono 1,17 dollari USA per comprare 1 euro.
È un valore giusto?
Un panino può aiutare a capirlo. L'Economist è il più serio magazine di economia al mondo. È inglese e perciò incline allo humour. Così ha preso il panino più famoso del mondo, il Big Mac, e ha detto:
(1) un Big Mac è lo stesso, ovunque;
(2) ne consegue che le sue voci di costo (materie prime, lavoro, eccetera) sono le stesse dappertutto;
(3) i costi cambiano da paese a paese;
(4) il prezzo è fatto soprattutto dai costi.
Attenzione che qui viene il bello.
Se io prendo un Big Mac a Boston (che costa 5,51 dollari) e uno a Parma (che costa 4,04 euro) e divido i due prezzi, il risultato fa 1,36. 1,36 è più di 1,17 -il tasso di cambio ufficiale. Questo, per il Big Mac Index (il nome di questo semplice giochino), significa solo una cosa: che il valore dell'euro rispetto al dollaro è sottovalutato. Cioè che l'euro dovrebbe costare più dollari.
Trump sostiene che la BCE stia sottovalutando l'euro, così da vendere più prodotti a chi paga in dollari. Forse, tutti i torti non li ha, sostiene Big Mac.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Settembre 2020, 20:34
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