Euro, il dollaro che non pensavi

Euro, il dollaro che non pensavi

di Alberto Mattiacci
Qualcuno, qualche giorno fa, ha affermato: «Fonderò un partito che faccia uscire l'Italia dall'Euro». Come se il male oscuro dell'economia italiana fosse la moneta europea. Capiamo. Esistono due tipi di monete: quella politica e quella economica. La prima aiuta a far accadere delle cose; la seconda serve a far funzionare le cose che accadono.
L'euro è una moneta politica e serve ad accelerare e rendere solido, fin dall'inizio, un progetto epocale -che, come tutti i progetti di quel genere, richiede anni e tribolazioni per compiersi: diciannove paesi sovrani che decidono di integrarsi in uno Stato Federale. Il dollaro, come valuta di riferimento nelle transazioni internazionali, è invece una moneta economica. Se io compro caffè dal Guatemala, i guatemaltechi non si aspettano di essere pagati in Quetzal -nome anche bello ma corrispondente a una moneta che non credo nessun lettore accetterebbe come valuta del proprio stipendio. I bravi agricoltori sudamericani pretenderanno che, in cambio delle loro pregiate bacche, noi si diano loro dei bei dollari americani.
L'euro, dunque, è una moneta politica in Europa. Tuttavia -sorpresa, sorpresa- è anche una moneta economica: proprio come il dollaro, possiamo comprare caffè guatemalteco pagando in euro. Già questo fatto dovrebbe far riflettere intorno al fatto se, per l'Italia, paese trasformatore ed esportatore di materie importate, uscire dall'euro sia, o meno, un'idea saggia. Non lo è.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Giugno 2020, 16:32
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