L'inflazione e i nonni

L'inflazione e i nonni

di Alberto Mattiacci
Problema: in Italia c’è inflazione (qualcuno, osservando che è arrivata assieme alla guerra, alla volatilità delle materie prime, al cambiamento climatico, al rialzo dei tassi, ama parlare di “tempesta perfetta”). L’anno scorso era all’8,2%, quest’anno sarà al 6,7%. 
Il Patto di Stabilità -l’accordo economico fra i paesi che condividono l’euro prevede che debba oscillare intorno al 2%. Quindi, abbiamo un problema.
L’inflazione è un animale affamato che morde e mangia i nostri denari -siano essi i risparmi o il potere d’acquisto dei soldi che guadagniamo. Inoltre, l’inflazione modifica le nostre scelte economiche, potenzialmente distorcendole -sapendo che c’è in giro un animale affamato, è possibile che modifichiamo il nostro percorso rispetto al solito e magari, prendiamo strade sbagliate. 
Comunque la si osservi, il dato è uno: dobbiamo difenderci dall’inflazione. Ma come? Il RemLab dell’Università Cattolica ha fotografato i modi con cui le famiglie italiane lo fanno. Sono cinque: 1 riduzione sprechi; 2 scelta delle marche in promozione e private label; 3 minori acquisti delle marche costose (premium); 4 riduzione acquisti dei prodotti non indispensabili; 5 maggior ricorso al discount. 
Pensate quanto siamo fortunati: i nostri nonni, ai loro tempi, non potevano difendersi dall’inflazione altrettanto bene quanto noi. Non esistevano i discount né i prodotti di primo prezzo; non c’erano le private label (o erano molto rare). Non gli restava, insomma, che tirare la cinghia.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Maggio 2023, 08:45
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