Il carbone della Befana

Il carbone della Befana

di Alberto Mattiacci

Cara Befana, finisce un altro anno. Stiamo per metterci alle spalle un tempo brutto e tutti guardiamo al 2023, sperando che finalmente qualcuno arriverà a risolvere i nostri problemi.
Molti sono cresciuti anche quest’anno: per esempio, il debito pubblico, l’abbandono scolastico, l’invecchiamento della popolazione; l’impoverimento dei certi medi. 
Di altri problemi non abbiamo più potuto fare finta di nulla: per esempio che l’energia elettrica è la base della vita moderna e che da decenni noi siamo attrezzati malissimo per produrla; oppure che costruire la casa dove ti pare (come hanno fatto certi nostri nonni), forse non è una buona idea, perché poi ti crolla addosso la montagna (ed è per quello che qui dicevano che non era opportuno costruire quella casa, non per cattiveria). 
Cara Befana, allora, per favore, metti nelle nostre calze, a cominciare dalla mia, un gran pezzo di carbone: quello vero però, non quello dolce. 
Siamo un popolo viziato ed egoista e solo se masticheremo un po’ di amaro, forse, riusciremo a cambiare quei nostri comportamenti che sono la causa dei nostri problemi. 
Là fuori ci sono circa 7 miliardi di persone che hanno diritto quanto noi al benessere.

Se continueremo a pensare che tutto sia dovuto e che la colpa dei nostri guai sia sempre di qualcun altro, cara Befana, il nostro benessere andrà verso altri lidi e i nostri figli pagheranno il nostro egoismo.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Gennaio 2023, 12:23
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