Il marchio e la marca. Ma il punto è il contenuto

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di Alberto Mattiacci

Avete fra le mani un oggetto che ha un brand, una marca: Leggo se mi leggete su carta, Huawei, Apple o altro, se in digitale. Marca non marchio. C'è differenza, eccome: tutti i prodotti hanno un marchio, pochi una marca. Huawei è un marchio ma iPhone è una marca, ad esempio.
Una marca è una scatola e ciò che contiene: può essere bella, curata, di materiali pregiati, anche costosi. Oppure il contrario: anonima, sbeccata, dai toni sbiaditi e, soprattutto, vuota.
La scatola è il marchio, ovvero ciò che vediamo: vediamo la scritta Huawei e quella iPhone. Sono differenti fra loro ma, tutto sommato, sono la stessa roba: un segno.
Il punto è invece il contenuto. Apriamo la scatola Huawei e la troviamo (quasi) vuota: cosa vi viene in mente su Huawei? Poco, nulla. Apriamo la scatola iPhone e ci troviamo un mondo a colori: Steve Jobs, una storia di innovazione e prodotti che ha cambiato il nostro modo di vivere, ascoltare musica, comunicare, leggere, eccetera.
A fare un marchio bastano pochi minuti: un grafico (o un software) che sa come tirare fuori un simbolo: a colori o meno, con parole oppure no. Spesso, nelle piccole aziende, gli imprenditori se lo fanno da sé -o lo affidano ai figli.
A fare un brand serve invece un progetto preciso: chi voglio essere, che esperienza offro alle persone mediante i prodotti che faccio, che mondo voglio creare. È (anche) per questo che, in genere, siamo disposti a spendere per i prodotti di marca: ci danno qualcosa in più degli altri.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Giugno 2022, 11:26
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