I piedi d'argilla dei giganti

I piedi d'argilla dei giganti

di Alberto Mattiacci

Netflix Meno 40%. In poche settimane. È successo a un'azienda americana simbolo (e protagonista) della rivoluzione televisiva del XXI secolo: Netflix.
Si tratta di un'azienda tecnologica fondata nel 1997 in California. Oggi produce e distribuisce contenuti televisivi in streaming, attraverso la rete Internet, ricevendo in cambio dai propri abbonati, ogni anno, circa 25 miliardi di dollari.
Come tutti i giganti della tecnologia, Netflix è quotata in borsa. Questo fa sì che il suo valore sia continuo oggetto di valutazione da parte di chi ha soldi (propri e altrui) da investire. Per come funziona questa storia, il prezzo di ogni singola azione di Netflix riflette l'idea che i professionisti degli investimenti si fanno sul valore dell'azienda -oggi ma soprattutto nella prospettiva futura.
Un'azione di Netflix valeva, qualche settimana fa, una cifra non lontana da 400 dollari. Oggi, la stessa azione, ne vale poco più di 190. In mezzo, sono accadute due cose: Netflix ha dichiarato di aver perso circa 200 mila abbonati (su un totale di venti milioni nel mondo). Fatti i conti, significa perdere lo 0,01% dei clienti. La seconda cosa è che ha detto di attendersi un ulteriore calo di altri due milioni di clienti.
Morale: chi investe sulle aziende lo fa guardando al futuro.

Se le prospettive future non sono considerate rosee, quel che si è costruito finora poco conta -e, ancor meno, vale. Così, in Borsa, anche i giganti scoprono di avere piedi d'argilla.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Giugno 2022, 14:29
© RIPRODUZIONE RISERVATA