L'azienda calcio-show

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di Alberto Mattiacci

Sarebbe sport - e tutti lo giochiamo e viviamo ancora come tale- ma è diventato popolare in tutto il pianeta - anche grazie alla tv. Troppo popolare (e troppo in tv), per sfuggire ai capitali mondiali. Che infatti, pezzo a pezzo, se lo prendono: arabi, russi, americani, cinesi, fanno shopping in Europa. -la Hollywood del calcio mondiale.
Il calcio si è piazzato ai piani nobili della tv. Trasmettere calcio significa entrare nelle case di tutti -e, in futuro, poter vendere molte altre cose: TIM (vendo connessione) e Amazon (vendo tutto) -ma è solo l'inizio.
Le squadre, ormai aziende di calcio, hanno aggiunto i diritti televisivi ai biglietti da stadio. Nel frattempo, gli attori dello show (già: attori e show) hanno alzato i prezzi: assumono manager, imparano che i contratti possono essere stracciati, capiscono che possono aiutare i presidenti a far girare i soldi per il mondo (in cerca, magari, di tassazioni inferiori). Così agendo, però, il sistema è entrato in difficoltà: un campionato nazionale non basta a recuperare tutti i soldi investiti. Bisogna fare qualcosa.
E allora si inizia a pensare il calcio come prodotto -lo fanno anche i commentatori tv, spesso loro stessi ex attori dello show.
Cos'è un prodotto-calcio? Un esempio classico: la Champions League di club. Uno nuovo: la Nations League per le nazionali.
Le aziende vivono dei loro prodotti.

Quelle del calcio non fanno eccezione.

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Romano, sposato e padre di due figli. Maturità classica, laurea con lode in Economia e Commercio in Sapienza, PhD, è professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese alla Sapienza e in Luiss Business School. Studia la società e l'economia, con particolare attenzione ai cambiamenti e all'innovazione. www.alberto mattiacci.it

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Settembre 2021, 06:54
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