Cryptovalute, il treno della ricchezza

Cryptovalute, il treno della ricchezza

di Alberto Mattiacci

Si parla molto delle cryptovalute. Anzi, capita di incontrare qualcuno che vanti un cugino, il figlio del commercialista, un tizio conosciuto in Grecia, qualcuno di più o meno prossimo, insomma, che con le cryptovalute ci si è comprato casa, oppure ha fatto I soldi veri, o ancora ha smesso di lavorare, ora investe in Startup. E noi, invece, quaggiù, a lavorare per uno stipendio, sentendoci improvvisamente un po' stupidi e/o sfigati perché non stiamo salendo sul treno della ricchezza facile. Un treno che, oggi, si chiamerebbe cryptovaluta e che in sostanza è un gettone virtuale. Il meccanismo di questi gettoni è chiaro: puntare a rivenderli domani a un prezzo molto maggiore di quello che si paga oggi.

Si chiama speculazione: non è reato, per carità - sebbene spesso si sia pronti a condannare chi la persegue (quando non siamo noi, ovvio). Nelle cryptovalute, come in ogni speculazione, c'è dunque il tema del momento giusto: capire il quando comprare e vendere. E qui la memoria va alle catene di Sant'Antonio che ogni tanto giravano fra conoscenti e amici - variamente denominate (multilivello, piramidale eccetera). Lì entravi con un po' di soldi. Poi, la promessa era che, grazie a un meccanismo matematico (che nessuno capiva bene, in realtà), ne avresti incassati molti di più. Da chi? Da quelli - gonzi, loro - che sarebbero entrati nel giro dopo di te - ganzo invece, te -, collocandosi lungo quella catena di cui, entrando, eri il primo anello. A buon intenditor


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Novembre 2022, 17:43
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