Alberto Mattiacci su Leggo: «La tempesta nel piatto»

Alberto Mattiacci su Leggo: «La tempesta nel piatto»

di Alberto Mattiacci

Andate a fare la spesa. Prendete un pacco della vostra marca preferita di pasta. Noterete che il suo prezzo è aumentato. In alcuni casi, parliamo anche del 40% rispetto a prima.
Come mai? Proviamo a capire cosa sta succedendo dentro il vostro piatto di spaghetti.
Quello spaghetto lì è fatto di grano: raccolto, trasportato (talvolta, dall'estero) e immagazzinato in uno stabilimento industriale (sempre, in Italia). Lì dentro viene impastato e fatto essiccare, per poi esser confezionato e caricato su dei camion che mordono le (auto)strade fino ad altri magazzini e, infine al vostro negozio di fiducia.
Tutto ciò significa: grano duro (100%), energia (150%), gas (+600%), confezioni (25%) e trasporti (+10%).
I numeri in parentesi sono gli aumenti del costo di quei prodotti rispetto all'anno passato. Chi fa pasta, insomma, sta vedendo i propri costi aumentare, in alcuni casi vertiginosamente. Non ha scampo: deve sostenerli, non si può fare la pasta senza il grano duro! Né spedirla con camion a pedali! Il vostro piatto di spaghetti, insomma, da un anno in qua è stato al centro di una tempesta economica, che ne ha innalzato molto il costo.
Vi starete però chiedendo: come mai se il grano raddoppia di prezzo, la pasta no? La risposta, ovviamente, non è: ci mettono dentro altro.

Piuttosto siamo in una fase in cui l'industria (es. Barilla) e la distribuzione (es. Coop) si danno da fare per contenere al massimo i costi e trasferire il meno possibile l'inflazione alle famiglie.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Marzo 2022, 15:23
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