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La grande maggioranza ha carriere molto lunghe ed è quindi probabile che il numero di coloro che avranno la possibilità di uscire (avendo almeno 38 anni di contributi) si avvicini a questa cifra. Il tema a quel punto, soprattutto per gli enti locali, sarà di come mantenere i servizi attivi assumendo nuovo personale. Solo nella scuola, sostiene l'Anief, potrebbero beneficiare subito della misura in 200.000 tra insegnanti e Ata. Per inserire in legge di Bilancio la quota 100 con questi limiti secondo il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon servirebbero tra i 6 e gli 8 miliardi solo il primo anno (altri studi sostengono che l'esborso ulteriore netto per il primo anno è di circa 9 miliardi). Ma il Governo è alla ricerca di risorse anche per varare la pensione di cittadinanza.
«D'ora in poi - ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro del Lavoro, Luigi di Maio - non ci deve essere più nessun pensionato che prende meno di 780 euro al mese». «Questo è il nostro obiettivo - ha risposto a chi domandava se potesse essere varata subito - sta nella legge sul reddito di cittadinanza che istituisce la pensione di cittadinanza». Non è chiaro però quali saranno i criteri e quindi quante saranno le risorse ulteriori necessarie. Se infatti il provvedimento dovesse limitarsi agli assegni sociali (861.000), quelli erogati ad ultra 66,7 anni in stato di bisogno (con un reddito annuo inferiore a 5.889 euro se single) il costo ulteriore sarebbe di circa quattro miliardi l'anno (adesso la media dell'assegno percepito è di 433 euro).
Il costo crescerebbe di molto se si dovesse guardare in generale ai pensionati con pensione integrata al minimo (integrazione che è legata comunque alla presenza di redditi bassi).
Ultimo aggiornamento: Lunedì 17 Settembre 2018, 22:39
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