Brexit e banche, Merkel gela l'Italia: non si possono cambiare le regole ogni due anni. Renzi: noi le rispettiamo

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Angela Merkel gela l'Italia sui nuovi spazi a politiche di flessibilità, in particolare per il settore bancario: «Credo che sia stata concessa una certa flessibilità a certi Paesi per favorire la crescita. Guardando soprattutto all'Italia, posso dire che abbiamo adottato diverse soluzioni, ma non possiamo ridiscutere ogni due anni le regole del settore bancario».

Dal canto suo il premier Renzi, assicurando che non c'è rischio per il denaro dei correntisti italiani anche con gli strumenti a disposizione ora, ha sottolineato che «nessuno vuole cambiare le regole per il salvataggio delle banche. La questione non è all'ordine del giorno». E ancora: «L'Italia ha l'ambizione di guidare il percorso di cambiamento dell'Ue venendo qui a portare idee e proposte, non per chiedere deroghe, anche perché nelle regole ci sono spazi per fare tutto ciò che serve al nostro Paese».

«Nessuno di noi vuole cambiare le regole. Le regole sono state cambiate l'ultima volta nel 2003 per consentire alla Francia e soprattutto alla Germania di superare il tetto del 3%. Allora il governo italiano, guidato da Silvio Berlusconi, accettò di cambiare le regole per fare un favore a Francia e Germania», ha sottolineato ancora il presidente del Consiglio in conferenza stampa al termine del Consiglio Europeo a Bruxelles, alla cancelliera tedesca, secondo le quali non è possibile ridiscutere ogni due anni le regole Ue riguardanti il settore bancario.

«Questo è accaduto in passato - ha aggiunto Renzi - ma non è più successo, perché noi abbiamo una grande capacità di rispettare le regole e continuiamo a farlo. La questione bancaria non è all'ordine del giorno, perché non vede delle richieste di modifiche di regole. Com'è noto noi abbiamo perduto l'occasione di intervenire in modo strutturale, come ha fatto la Germania, che ha messo 247 miliardi di euro per salvare le proprie banche. L'Italia non lo ha fatto, perché chi stava al governo, i presidenti Berlusconi, Monti e Letta che rispetto, quando si poteva fare non l'hanno fatto».

«Inutile piangere sul latte versato. Quello di cui siamo assolutamente certi è che, se vi fossero dei problemi, noi saremmo nelle condizioni, rebus sic stantibus, di proteggere i denari dei correntisti e dei cittadini», ha detto ancora il premier.

«Noi abbiamo messo il sistema (bancario, ndr) in sicurezza, abbiamo fatto pulizia, abbiamo fatto l'operazione banche popolari che serve ad evitare gli scandali, mi auguro che le azioni di responsabilità si facciano», ha spiegato in conferenza stampa. «Se vi fosse stata a monte una bad bank sarebbe stato meglio, ma si è scelto di non farla e noi abbiamo usato le soluzioni che erano possibili», ha proseguito Renzi, spiegando come «questo Governo ha salvato correntisti e cittadini», e sia ora «nelle condizioni di assicurare ai cittadini che i loro soldi sono in sicurezza».

«Come è noto - ha aggiunto il premier - abbiamo perduto l'occasione di intervenire in modo strutturale come ha fatto la Germania intorno al 2010-2011, quando ha messo 247 miliardi di euro per salvare le banche. L'Italia non l'ha fatto perché chi era al Governo ha ritenuto di non farlo, è inutile piangere sul latte versato». Soprattutto perché «non possiamo farlo adesso che le regole sono diverse». Il premier ha comunque voluto rassicurare: «Il mio messaggio è: non c'è rischio per il denaro del contribuente, del cittadino. Gli strumenti per proteggere ci sono».

 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Giugno 2016, 08:31
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