La violenza negata nei Tribunali: choc alla Commissione Femminicidio che punta il dito sulla cecità di magistrati e servizi sociali

La violenza negata nei Tribunali: studio choc della Commissione Femminicidio punta il dito sulla cecità di magistrati e servizi sociali

La Commissione parlamentare sul Femminicidio ha approvatooggi all'unanimità la relazione su «La vittimizzazione secondaria delle donne che subiscono violenza e dei loro figli nei procedimenti che disciplinano l’affidamento e la responsabilità genitoriale». Si tratta di uno studio che giunge al termine dell'esame di un campione rappresentativo costituito da circa 1500 fascicoli processuali di separazione con affido di minori e dei 40 casi in cui le madri hanno denunciato la sottrazione dei figli.

Qualche dato: nel nostro Paese il 34,7% delle cause giudiziali di separazione con affido presenta indicazioni di violenza domestica mentre per quanto riguarda i procedimenti minorili sulla genitorialità siamo in presenza di violenza domestica nel 34,1% dei casi e nel 28,8 per cento di violenza diretta su bambini e ragazzi, per l’85% agita dai padri. Si tratta di fenomeni per lo più “invisibili”, perché non riconosciuti dagli operatori nel corso dei processi. Di più, in queste cause di separazione con figli in cui sono presenti tracce di violenza, nel 96% dei casi i Tribunali ordinari non acquisiscono i relativi atti e anche nell'iter successivo non ne tengono conto nell'84,4% dei casi anche per decidere sull’affido dei figli, mentre i Tribunali per i minorenni nei casi in cui c’è violenza finiscono con l’affidare i minorinel 54% dei casi alla sola madre, anche con incontri liberi con il padre violento.

«Questa è una relazione storica – sottolinea la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio – perché per la prima volta il fenomeno della vittimizzazione secondaria viene indagato e quantificato in modo scientifico e per la prima volta, dati alla mano, si ricostruisce il percorso della violenza contro le donne e i minori nelle aule dei tribunali, anche attraverso i pregiudizi e gli stereotipi di cui sono vittime. Tengo a sottolineare che molto è stato fatto sia dal legislatore (penso alla riforma del processo civile) che dagli operatori della giustizia (penso alle buone pratiche di molti Tribunali), ma molto resta da fare per dare concreta attuazione alla Convenzione di Istanbul, soprattutto in termini di formazione per riconoscere la violenza ed evitare di penalizzare donne e minori due volte.

Per questo il nostro lavoro, approvato all’unanimità, contiene proposte concrete per tutte le istituzioni».

La Commissione, nell'intento di esaminare la vittimizzazione secondaria nei casi di separazione con affidamento di minori, ha esaminato sia i procedimenti di separazione giudiziale di coppie con figli pendenti nei Tribunali civili, che i procedimenti sulla responsabilità genitoriale presso i Tribunali per i minorenni. In entrambi i casi ha ritenuto indispensabile verificare con rigorosità statistica l'effettiva incidenza del fenomeno su scala nazionale. L’inchiesta, che è stata svolta nel 2020 e 2021, ha quindi realizzato due rilevazioni campionarie. Per quanto riguarda i procedimenti civili di separazione giudiziale con affidamento di figli minori, è stato individuato un campione statistico di 569 fascicoli, rappresentativi dei 2089 iscritti al ruolo nel trimestre marzo-maggio 2017. Per quanto riguarda i procedimenti cosiddetti “de responsabilitate”, in cui i Tribunali per i minorenni decidono sull’eventuale decadimento della potestà dei genitori e sull’affidamento dei figli, il campione statistico ha compreso 620 fascicoli, rappresentativi dei 1452 iscritti al ruolo nel mese di marzo 2017. La Commissione ha inoltre esaminato altri fascicoli acquisiti agli atti per un totale di 1411, a cui si aggiungono quelli relativi a 36 “casi emblematici” di vittimizzazione (in cui si riscontrano anche provvedimenti di sottrazione di figli alle madri con la forza pubblica) sui quali è stata svolta un'indagine qualitativa.

Ciò che emerge è un quadro chiaro di violenza negata perché non riconosciuta da avvocati, magistrati, servizi sociali, consulenti tecnici e quindi di vittimizzazione secondaria delle donne che la subiscono e dei loro figli da parte delle istituzioni, con esiti anche gravi quali l’allontanamento dei figli dalle madri che hanno denunciato e/o subito violenza e/o l’affidamento dei figli ai padri


Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Aprile 2022, 16:56
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