La parità secondo Draghi, puntare su salari e lavoro. Le associazioni: speranza per le donne italiane

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La parità secondo il presidente Draghi. «Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso, puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro». Le parole del presidente del Consiglio nell'Aula del Senato. «Garantire parità di condizioni competitive significa anche assicurarsi che tutti abbiano eguale accesso alla formazione di quelle competenze chiave che sempre più permetteranno di fare carriera: digitali, tecnologiche e ambientali. Intendiamo quindi investire, economicamente ma soprattutto culturalmente, perchè sempre più giovani donne scelgano di formarsi negli ambiti su cui intendiamo rilanciare il Paese. Solo in questo modo riusciremo a garantire che le migliori risorse siano coinvolte nello sviluppo del Paese». 

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Le associazioni

E il discorso del presidente è piaciuto alle donne della politica e della società. «Gli impegni del presidente Mario Draghi sull'occupazione femminile, sul superamento delle diseguaglianze salariali, sulle infrastrutture sociali e sul sostegno alle ragazze nell'accesso alle discipline Stem sono una chiara presa di posizione che incoraggia le donne italiane alla speranza», è il commento delle associazioni, delle reti e dei movimenti riuniti in « Donne per la Salvezza». «Per la prima volta, nel discorso di un premier, la parità è stata nominata come questione essenziale di uguaglianza, benessere, diritti e inviolabilità che riguarda la metà del Paese, concretamente sostenuta da dati sull'enorme gap da recuperare.

In questo contesto - aggiungono - il riferimento al “farisaico rispetto delle quote rosà porta con sé un punto interrogativo: vedremo dai fatti, e in particolare dalla stesura del Recovery Plan, se un governo a bassa partecipazione femminile, riuscirà a fare il bene delle donne». Le Associazioni riunite nel progetto Donne per la Salvezza« nei prossimi giorni chiederanno un incontro al presidente Draghi e a tutti i ministri interessati per avviare un confronto sulle proposte concrete elaborate in questi mesì.

 La senatrice Valente

«Abbiamo ascoltato da Draghi parole importanti, di fiducia, speranza e responsabilità. Come ha sottolineato, dobbiamo affrontare divari e disuguaglianze che costituiscono un pesante freno alla crescita, primo tra tutti quello di genere, e cambiare modello di sviluppo», ha detto nell'Aula del Senato la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio. «L'Italia ora non è un Paese per donne - ha proseguito Valente - ma le donne oggi in questo Paese sono una straordinaria potenza lasciata a casa. Serve un cambio di passo anche per rimuovere l'ipoteca della denatalità, occorre investire sull'occupazione femminile. Le donne fanno figli se lavorano e in modo non precario e se la maternità viene assunta come valore sociale: mettere al mondo un figlio è una prerogativa femminile, ma è anche un investimento sul futuro per tutti. Ciò si deve tradurre in condivisione e non conciliazione, in infrastrutture sociali in grado di sollevare le donne dai carichi di cura a partire dagli asili nido, in congedi parentali paritari, nella tutela nei percorsi di carriera». Anche la senatrice Valente si sarebbe aspettata una maggiore presenza di donne nella squadra del governo, «perché i numeri in democrazia fanno la differenza, specie in una Paese in cui c'è un deficit di leadership femminile».

«Bene Draghi su emergenze paese, su occupazione femminile, welfare #fiducia #inbuonemani». Così su Twitter Cecilia D'Elia, portavoce della conferenza nazionale delle donne democratiche.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Febbraio 2023, 23:54
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