La battaglia di Cristina: «Le mie iris guerriere contro la violenza sulle donne»

La battaglia di Cristina: «Le mie iris guerriere contro la violenza sulle donne»

di Maria Lombardi

Le iris di Cristina raccontano una storia di brutalità e di bellezza. Piante guerriere, dice lei, tanto forti da sopportare un dolore così grande e lottare, tenaci più della terra, perché nessuno lo dimentichi. E insieme sono delicate ed eleganti, capaci di trasformare quella sofferenza e farne arte, con la grazia dei colori. Le iris di Cristina ricordano la sorella Paola e le altre donne vittime di violenza.
Paola Mostosi, 25 anni, commercialista. Il 26 marzo del 2002 va al lavoro con la Y10 nuova, regalo del padre. Sull'autostrada Milano-Bergamo, poco prima del casello di Dalmine, incrocia un camion che perde sassolini. Qualcuno finisce sulla sua macchina, danneggiandola. Paola sorpassa, fa cenno al camionista di fermarsi, in una piazzola di sosta discutono e litigano. Lui la spinge con forza nel camion, l'ammanetta e per non farla urlare le chiude la bocca con degli stracci. Fa le consegne, come nulla fosse, la sera torna a casa e cena con la moglie mentre Paola è prigioniera nel camion. Il giorno dopo la strangola e getta il corpo della ragazza in un torrente in secca, nei pressi di Marne di Filago. Due giorni dopo un contadino trova il cadavere. Roberto Paribello, 32 anni, confessa, ad incastrarlo il cellulare della ragazza che ha tenuto in casa. L'anno dopo il camionista viene condannato all'ergastolo, confermato negli altri gradi di giudizio.


«Alla bruttura degli orchi che fanno violenza sulle donne rispondo con la bellezza delle iris», Cristina Mostosi, 58 anni, giardiniera e dipendente di una banca, le coltiva nel giardino di Trebecco, un borgo a 25 chilometri da Bergamo.
Come è nata la collezione dell'iris guerriera?
«Il giardino l'ho ereditato alla morte di mio padre, nel 2015. Lui era appassionato e studioso di botanica, aveva creato più di 50 ibridi di iris, di cui 26 registrati. Dopo la tragedia di Paola, mia madre ha avuto un crollo fisico e psicologico e mio padre ha trovato conforto nella coltivazione delle iris. Veniva a Trebecco ogni mattina alle 5, per ricaricarsi l'anima. Mi sono resa conto, alla sua scomparsa, che mi aveva lasciato un tesoro botanico conosciuto nel mondo. Ma il giardino era in un stato di abbandono. Ho deciso di salvare la collezione e per due anni ho dedicato tutto il mio tempo libero ai lavori. Ho rifatto tutti i muretti, trasportando una tonnellata e 200 chili di mattoni praticamente da sola. Più il giardino migliorava e ritrovava la sua bellezza e meglio stavo anche io, qui mi sentivo protetta».
Dall'aprile del 2018 il giardino è aperto al pubblico. Quando ha deciso di dedicarlo a sua sorella Paola e alle vittime di violenza.
«Una giovane regista Silvia Beretta ha girato un corto sul giardino di Trebecco, il titolo è L'iris guerriera. Lo abbiamo presentato il 25 novembre 2021, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, nella biblioteca comunale di Songavazzo. Ho regalato alcune piante di iris al sindaco e ho pensato che avrei potuto farlo con altri Comuni: donare un kit per la realizzazione di un'aiuola da dedicare a mia sorella e a tutte le donne vittime di violenza».
Quanti Comuni hanno realizzato un'aiuola con le iris di Trebecco?
«Finora in tutta Italia sono state create dieci aiuole con le iris di Trebecco, e altri 32 Comuni hanno aderito al progetto. Noi doniamo i fiori e chiediamo che sia esposta la targa Una iris per non dimenticare Paola Mostosi e tutte le altre donne vittime di violenza. Ho sempre sentito dentro di me bisogno di fare qualcosa per prevenire i femminicidi, sin da quando mia sorella è stata uccisa. Penso a quanto deve aver sofferto di freddo e di paura, prigioniera per un giorno e una notte, avrà percepito che erano le sue ultime ore. Allora avevo 38 anni e due bambini piccoli, mi era impossibile impegnarmi in una battaglia. Ora sono più libera e posso dedicarmi ai tanti progetti che voglio portare a termine».
Quali altre iniziative per ricordare Paola e le altre vittime?
«Sto cercando una casa per la Biblioteca della natura Paola Mostosi. Ho un patrimonio immenso di libri, 4mila circa, in parte ereditati da mio padre e altri donati: dai testi di botanica e zoologia a quelli sulle questioni di genere, le discriminazioni e l'educazione alla parità. I libri però ancora non hanno trovato un luogo in cui essere collocati insieme alle opere d'arte ispirate alle iris».
Di che opere si tratta?
«Durante il lockdown non potevo venire a Trebecco, i miei fiori mi mancavano.

Ogni giorno pubblicavo sui social una foto di iris. Ho invitato i miei amici artisti a realizzare un'opera ispirandosi a quelle foto. La risposta è stata straordinaria, ho raccolto 80 opere, una bellissima collezione di arte contemporanea che fino a domenica sarà esposta a Caravaggio e poi diventerà una mostra itinerante. É una riflessione sul potere salvifico dell'arte. Le iris si adattano ad ogni condizione atmosferica, sono rustiche ma donano un fiore elegante e femminile, perdutamente raffinate, ad ogni maggio, ritornano a sbocciare sempre più belle e forti. Anche le donne sono guerriere, resistenti, adattabili, capaci di rigenerarsi. Le donne e le iris hanno bisogno di rispetto».


Ultimo aggiornamento: Sabato 24 Settembre 2022, 17:24
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