Roma, da Penone a Pistoletto, dal fumetto fino ai Barberini, le nuove grandi mostre

Roma, da Penone a Pistoletto, dal fumetto fino ai Barberini, le nuove grandi mostre

di Valeria Arnaldi

Oltre trenta opere realizzate tra gli anni Settanta e i primi Duemila: è il percorso di “Gesti Universali”, personale di Giuseppe Penone, appena inaugurata a Galleria Borghese, dove sarà visitabile fino al 28 maggio.

«Questa mostra è un dialogo tra oggetti che esprimono dei pensieri di epoche diverse ma che hanno come filo conduttore comune il rapporto tra l’uomo e la materia che lo circonda. Questo avviene nell’azione che produce l’opera e che accomuna le opere della Galleria Borghese con la realtà di oggi. Solo attraverso una riflessione con i materiali e con lo spirito che ha sviluppato quelle forme d’arte, si può creare un dialogo che non è un confronto ma un tentativo di porre l’attenzione su dei valori che si possono ritenere condivisi», afferma Giuseppe Penone.

«La mostra Gesti Universali presenta un dialogo che assume la forma di un innesto tra la dimensione minerale, ampiamente presente nella Galleria Borghese, e quella organica che caratterizza l’opera di Penone. Un’interrogazione sulla scultura libera da ogni sensazionalismo, volta a indagare la rappresentazione della natura in relazione al tempo di un passato storico. Un dialogo di idee e materiali, rispetto a un confronto di forme e simboli, che esprime tutta la vitalità della natura umana e di quella vegetale», dichiara il curatore della mostra Francesco Stocchi.

«Con la mostra di Giuseppe Penone concludiamo la serie di mostre che da due anni cercano di comunicare al pubblico della Galleria Borghese la ricerca su arte e natura, su creatività dell’artista e elementi naturali. Il percorso si svolge in maniera significativa da alcune sale del museo allo spazio esterno, consentendo al visitatore di mettere a fuoco relazioni fra la materia e il gesto dell’artista e riscoprire la potenziale alleanza fra l’essere umano e la natura nel ciclo del tempo», dice la direttrice della Galleria Borghese, Francesca Cappelletti.

L’esposizione – main sponsor Fendi - corre tra sale interne e giardini, in dialogo con le opere nella collezione museale.

Alla Real Academia de Espana en Roma, invece, fino al 4 giugno, protagoniste saranno le strisce con “Raccontare un monte d’oro. 10 anni di fumetti in Accademia” a cura di Enrique Bordes: nei 150 anni dell’Accademia, ad essere celebrati sono anche i primi dieci anni del fumetto tra le discipline ospitate.

In questo decennio, ad essere coinvolti e sostenuti sono stati 6 autrici e 11 autori spagnoli e latinoamericani: Tyto Alba, Carla Berrocal, Ana Bustelo, Joan Casaramona, Miguel Cuba, Yeyei Gomez, Julia Huete, Martin Lopez Lam, Los Bravu (Dea Gomez E Diego Omil), Alvaro Ortiz, Federico Pazos, Brais Rodriguez, Javier Saez Castan, Antonia Santolaya e Joaquín Secall.

Ognuno di loro ha realizzato un lavoro ad hoc, con forte attenzione al legame con Roma e all’esperienza in Accademia. Questi 17 sguardi, ora, tornano in Accademia per riflettere sulla vita in Accademia, appunto, e non solo. L’iter corre attraverso chiostro, salone e terrazza.

 Ancora grandi mostre. Dal 17 marzo al 21 maggio, a Villa Medici, “Orient-Express & Cie. Itinerario di un mito moderno”, a cura di Eva Gravayat e Arthur Mettetal. Ad essere ripercorsa è la storia del primo di una serie di treni di lusso internazionali – l’Orient-Express è stato operativo dal 1883 al 1977 e ha permesso di collegare Parigi a Costantinopoli, l’odierna Istanbul – e della sua compagnia. Una storia d’impresa che ha segnato la storia. E anche l’immaginario collettivo.

Forte anche l’attesa per “Michelangelo Pistoletto. Infinity. L’arte contemporanea senza limiti”, progetto ideato e prodotto da Dart - Chiostro del Bramante e curato da Danilo Eccher, dal 18 marzo al 15 ottobre, al Chiostro del Bramante: cinquanta i lavori esposti, oltre a quattro grandi installazioni site specific che ricostruiranno circa sessant’anni di arte in quasi novant’anni di vita.

Stessa data di apertura, presso le Gallerie nazionali d’Arte Antica a Palazzo Barberini - fino al 30 luglio - per la grande esposizione “L’immagine sovrana. Urbano VIII e i Barberini”, a cura di Maurizia Cicconi, Flaminia Gennari Santori e Sebastian Schutze, nel quattrocentesimo anniversario dell’elezione al soglio pontificio di Urbano VIII Barberini. Tra i capolavori che arricchiranno il percorso della mostra, anche alcune delle opere appartenenti alla collezione Barberini, disperse nel corso dei secoli a causa dello smembramento del nucleo originario. Da Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gemäldegalerie, arriva Distruzione del tempio di Gerusalemme di Nicolas Poussin. Da Minneapolis, The Minneapolis Institute of Art, Morte di Germanico di Poussin. Da Cleveland, The Cleveland Museum of Art, il Sansone di Valentin de Boulogne. Dal Metropolitan Museum di New York rientra il Ritratto di Marc'Antonio Pasqualini con Apollo e Marsia di Andrea Sacchi.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Marzo 2023, 15:58
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