Anche il David ha i suoi diritti d'immagine: per usarlo, si paga

Anche il David ha i suoi diritti d'immagine: per usarlo, si paga

di Mario Landi

In principio era la Gioconda, liscia, gassata o..., in un celeberrimo spot di fine Anni Ottanta. Ma gli esempi di opere d'arte utilizzate loro malgrado per pubblicizzare questo o quello sono infiniti. Una pratica a cui ora i giudici di Firenze hanno messo un punto e capo: esiste il diritto all'immagine anche dei beni culturali «quale espressione del diritto costituzionale all'identità collettiva dei cittadini che si riconoscono nella nazione e nella sua memoria storica, da tutelare ai sensi dell'art.9 della Costituzione». Ovvero l'articolo che recita: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». In buona sostanza, da ora in poi chi vuole usare l'immagine di un bene culturale a fini promozionali o pubblicitari, deve avere l'autorizzazione.

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Monumenti, sì ai diritti d'immagine


La sentenza emessa dal tribunale di Firenze riguarda nello specifico il David di Michelangelo. I giudici hanno dato ragione alla Galleria dell'Accademia, che custodisce la statua, in una causa riguardante una famosa casa editrice che, in assenza di concessione all'uso dell'immagine del David e senza pagamento di alcun canone per l'utilizzo, ha pubblicato sulla copertina di una rivista il capolavoro scultoreo, modificato col meccanismo della cartotecnica lenticolare e quindi sovrapposto all'immagine di un modello, il tutto in chiave apertamente pubblicitaria. È la prima sentenza del genere, destinata, come si dice, a fare giurisprudenza.
I giudici fiorentini hanno riconosciuto che la riproduzione non autorizzata dell'immagine del David ha «determinato un danno di carattere patrimoniale, legato al mancato pagamento del canone per l'uso del bene (e calcolato in 20.000 euro così come da tariffario del museo), ma soprattutto un danno di natura non patrimoniale, quantificato in 30.000 euro, poiché la società editoriale con la tecnica lenticolare «ha insidiosamente e maliziosamente accostato l'immagine del David a quella di un modello, così svilendo, offuscando, mortificando, umiliando l'alto valore simbolico ed identitario dell'opera d'arte e asservendo la stessa a finalità pubblicitarie e di promozione editoriale».


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Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Maggio 2023, 07:59
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