Vaccini, pressing di regioni e sindaci sul governo. Astrazeneca, verso il sì fino ai 65 anni

Vaccini, pressing di regioni e sindaci sul governo. Astrazeneca, verso il sì fino ai 65 anni

di Simone Pierini

Sui vaccini tutti aspettano la prima mossa di Mario Draghi. Il piano del nuovo premier prevede meno primule e più hangar e caserme, con in campo l'esercito e la Protezione civile. Per inseguire l'immunità di gregge servono però più dosi. L'Italia è da poco partita con la somministrazione agli over 80 (ma non in tutte le Regioni) e agli under 55 tra forze dell'ordine e insegnanti. Luca Zaia - che sogna un Veneto covid free - si dice pronto a inondare l'Italia di vaccini acquisendo almeno 27 milioni di dosi da due diversi intermediari: «Per la mia regione ne bastano 4 milioni, le altre le possiamo dare a chi le chiederà», ha detto ieri. Dopo un primo contatto con Aifa, che ha smistato al governo la patata bollente, c'è stato un colloquio con il commissario Domenico Arcuri. «Mi ha chiesto, per una verifica fino in fondo, se i lotti dei vaccini corrispondano a quanto scritto nel contratto. Gli accordi europei vietano agli Stati di acquistare dosi fuori dal contratto stipulato con l'Ue, ma non lo vietano alle Regioni. E noi non ci possiamo girare dall'altra parte». Mostra interesse anche il presidente dell'Emilia Romagna (e della Conferenza delle Regioni) Stefano Bonaccini: «Io confido che Mario Draghi prenda tra i primi impegni quello di cercare di reperire più dosi possibile». Più incisivo il governatore lombardo Attilio Fontana: «Siamo fermi perché fino ad ora il governo non autorizza gli acquisti da parte delle singole Regioni».

Analogo appello è stato rivolto al governo anche dai sindaci delle 14 maggiori città italiane.


ASTRAZENECA FINO A 65 ANNI

Intanto il ministero della Salute, Aifa e le Regioni hanno mosso passi in avanti sull'innalzamento a 65 anni del limite per la somministrazione del vaccino AstraZeneca, in linea con le indicazioni dell'Oms. La decisione finale arriverà però solo dopo una ulteriore riunione della Commissione tecnico scientifica di Aifa.


JANSSEN E SPUTNIK

Decisione attesa invece per metà marzo per il siero Janssen di Johnson & Johnson che proprio ieri ha invitato la richiesta di autorizzazione all'Ema che, al contrario, ha ammesso di non aver ancora ricevuto nulla dal vaccino russo Sputnik, invocato da più parti ma ancora fuori dal giro delle agenzie regolatorie internazionali. Moderna invece ha annunciato qualche ritardo nelle consegne di febbraio.


L'ESEMPIO ISRAELE

La notizia migliore arriva da Israele: il vaccino Pfizer funziona e anche molto bene. Uno studio ha infatti confermato l'efficacia al 94% nel prevenire le infezioni. Con quattro milioni di vaccinati (e meno di nove milioni di abitanti) e il calo di mortalità e ricoveri tra gli over 60, il Paese va verso le prime riaperture. Vede la luce anche il Regno Unito: con 15 milioni di vaccinati e il 19 per cento della popolazione immunizzata, il premier Boris Johnson si prepara a far uscire il paese dal lockdown.


riproduzione riservata ®


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Febbraio 2021, 08:27
© RIPRODUZIONE RISERVATA