Varianti Covid in Italia? Ricciardi: «Non lo sappiamo perché si sta facendo poco»

Varianti Covid in Italia? Ricciardi: «Non lo sappiamo perché si sta facendo poco»

La variante inglese del Covid, quella danese, la brasiliana e la sudafricana sono sotto la lente dei ricercatori che stanno esaminando le mutazioni per verificarne la contagiosità e la pericolosità. Ma cosa succede in Italia? Saperlo è impossibile, come riporta il professor Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute, Roberto Speranza, visto che nel nostro paese di starebbe facendo molto poco.

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La situazione in Italia

 

«Non si sta facendo proprio niente», aggiunge il professore Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma, che in un'intervista con l'Huffington Post si dice “molto arrabbiato”.

L’Istituto Superiore di Sanità ha avviato delle ricerche per rilevare la diffusione delle mutazioni sul territorio nazionale e all’Istituto nazionale di Malattie Infettive “Spallanzani” di Roma, ma mancherebbe la sorveglianza molecolare. In pratica nei tamponi che vengono fatti non viene analizzato il tipo di molecola che li ha scatenati e di fatto non è possibile sapere a quale ceppo appartengano i casi di Covid che si registrano ogni giorno.

I laboratori

«Bisogna sequenziare di più», spiega Ricciardi «questo è stato fatto e si fa nel Regno Unito». Di fatto è grazie a questo tipo di screening che in Italia, sono stati individuati 51 casi tra Chieti e nove comuni della sua provincia, dieci, a partire dal 21 dicembre, in Puglia, uno a Torino. Merito degli Istituti zooprofilattici che hanno realizzato questo tipo di esami. In pratica nel nostro paese lo studio molecolare è legato solo alla coscienza di pochi laboratori e non esistono disposizioni a riguardo.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Gennaio 2021, 10:47
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