Covid, l'ondata peggiore: in questa seconda parte della pandemia 49.274 decessi. Nella prima erano 34.278

Covid, l'ondata peggiore: in questa seconda parte della pandemia 49.274 decessi. Nella prima erano 34.278

di Simone Pierini

La seconda ondata ha colpito l'Italia come un vortice, ancora più potente e letale della prima. Secondo l'ultimo report pubblicato dall'Istituto superiore di sanità da ottobre a oggi sono quasi 50mila le persone che hanno perso la vita per le conseguenze del contagio da coronavirus. Parliamo di ben oltre la metà del totale (85.389) calcolato alla data del 27 gennaio sul quale lo studio ha puntato la lente d'ingrandimento.


Nella prima ondata, compresa tra i mesi di marzo e maggio, i decessi sono stati meno di 35mila a cui si sono aggiunto i soli 1.837 avvenuti nella periodo esito tra giugno e settembre 2020. E proprio mentre il peggio sembrava alle spalle il Paese è piombato nuovamente nell'incubo, con la nuova esplosione del contagio, le strutture ospedaliere al collasso e la drammatica conta dei morti tornata a salire.


LE VITTIME L'età media di coloro che sono stati sconfitti dal virus è di 81 anni mentre i pazienti di età inferiore ai 50 anni deceduti equivalgono all'1% del totale per una cifra complessiva di 941. In particolare 234 di questi avevano meno di 40 anni, 138 uomini e 96 donne con età compresa tra 0 e 39 anni.

Le donne, che rappresentano il 43,7% dei decessi totali, mostravano un'età mediana più alta rispetto agli uomini (86 anni contro 80 degli uomini).


LE REGIONI La regione più colpita resta la Lombardia, sebbene in percentuale minore rispetto alla prima ondata - a fine maggio il 47,7% delle vittime totali - quando il fulcro dell'epidemia si era localizzato proprio nelle zone da dove tutto ebbe inizio. Alle sue spalle l'Emilia Romagna e il Veneto, quest'ultima per diverse settimane protagonista in negativo della seconda ondata.


LE PATOLOGIE Si conferma sostanzialmente invariato il quadro delle patologie pregresse presenti nei pazienti che non ce l'hanno fatta. Su un campione di 6.381 cartelle cliniche delle vittime il 66,3% di loro presentava tre o più patologie, il 18,6% ne presentava due, il 12,15 una e il restante 3,1% non aveva alcuna malattia pregressa. La più comune è stata l'insufficienza respiratoria - presente in almeno il 94% dei pazienti - seguita dal danno renale acuto (24,4%), dalla sovrainfezione (19,6%) e dal danno miocardico acuto (10,8%).


Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Febbraio 2021, 09:51
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