Covid, Pregliasco: «Contagi in crescita, servono aperture prudenti. In autunno fino a 100mila casi al giorno»

Il virologo dell'Università di Milano chiede che la road map sia graduale, ma anche attenzione agli accessi negli stadi con la capienza al 100%

Covid, Pregliasco: «Contagi in crescita, servono aperture prudenti. In autunno fino a 100mila casi al giorno»

Covid, il virologo Fabrizio Pregliasco predica prudenza. Con la recente risalita dei contagi, dovuta alle varianti Omicron e Omicron 2, il virologo dell'Università di Milano chiede riaperture graduali e la massima attenzione.

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Covid, Pregliasco: «La road map delle riaperture sia prudente»

«Ormai queste aperture sono attese, desiderate, volute, improcrastinabili. Io credo che vadano attuate con un occhio a questa situazione» di crescita «che non è solo italiana, come vediamo dall'ultimo rapporto Oms, che evidenzia come incrementi di casi Covid si siano registrati in diverse regioni, dall'Europa al Pacifico occidentale e all'Africa. Non dico che sia necessario rallentare. Ma non farei come l'Inghilterra, che ha aperto il rubinetto dell'acqua calda tutto d'un botto come hanno voluto fare per scelta politica, una scelta che ci sta. Ma noi facciamolo con una 'road map' che dica questi sono gli step da confermare sulla base dell'andamento epidemiologico». È la visione del virologo dell'università di Milano, Fabrizio Pregliasco. «In Europa - spiega all'Adnkronos Salute - hanno numeri molto alti Germania, Francia e Paesi Bassi, anche se per ora non c'è un aumento dei decessi, dato che va considerato in una riflessione su un eventuale scelta di procrastinare alcune riaperture in funzione di quello che è il potenziale rischio di incremento dei morti. Cosa che si vedrà con chiarezza fra una decina di giorni, visto il ritardo con cui si muove il dato dei decessi rispetto ai contagi».

Covid, Pregliasco: «Occhio alla quantità dei contatti»

Aprire tutto insieme, prosegue Fabrizio Pregliasco, «è una possibilità, perché quello che ormai si è capito è che avremo probabilmente un andamento endemico di questo virus, quindi dovremo conviverci». «A mio avviso, però, dovremmo procedere con buonsenso - conclude - aprendo fino a che la temperatura è giusta, altrimenti ci si scotta.

Con questa metafora dell'acqua calda mi riferisco al numero dei contatti. All'apertura nel numero di contatti, perché dobbiamo sapere che ogni contatto interumano ha una sua probabilità di determinare un'infezione. Quello che è stato fatto come tentativo in Italia ed Europa è stato mitigare e quindi ridurre la quantità delle interazioni sociali, per ridurre le probabilità d'infezione. Sono state decisioni politiche difficili. Ma bisogna regolare la quantità di contatti. Se apriamo completamente il rubinetto è chiaro che abbiamo un rimbalzo di casi molto più rapido e credo che non valga la pena attuarlo, mentre vale la pena seguire quella prassi più prudente».

Covid, Pregliasco: «Con stadi al 100% regolare gli accessi»

«Dobbiamo temere il ritorno di stadi pieni al 100%? Qualche rischio c'è. Ma imporre l'uso delle mascherine lo vedo come qualcosa di molto difficile. Si dovrebbero almeno regolare gli accessi e i movimenti delle persone all'interno dello stadio». A spiegarlo all'Adnkronos Salute è il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell'università Statale di Milano. «Credo sia importante pianificare almeno modalità ordinate di ingresso e uscita e fare in modo che ancora si evitino gli assembramenti nell'afflusso delle persone e sugli spalti. Ma per il resto, accettiamo questo rischio». Il problema, prosegue, «è che allo stadio si urlano cori, si sta uno sopra all'altro, è un contesto rischioso» e per quanto riguarda il pericolo di contagio, «non è il massimo. Ma qui è una scelta politica, è un rischio che si corre e non si potrà definire quanto incide poi in realtà».

Covid, Pregliasco: «In autunno rischiamo fino a 100mila casi al giorno»

«Con questo virus dovremo continuare a farci i conti». A sottolinearlo è il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell'università Statale di Milano che prospetta uno scenario con cui si dovrà convivere per un certo periodo di tempo. «Possiamo immaginare un futuro in cui avremo probabilmente un andamento endemico - spiega all'Adnkronos Salute - con una variabilità che nel futuro andrà dai 5mila casi al giorno fino ai 100mila in condizioni ambientali favorevoli come l'autunno. Tutto questo salvo l'emergere di nuove varianti».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Marzo 2022, 13:50
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