Covid, l'Iss lancia l'allarme giovanissimi: ora sono loro i più colpiti dal virus. Nella fascia 13-19 anni 200 casi ogni 100mila abitanti

Iss, allarme giovanissimi: ora sono loro i più colpiti dal virus. Nella fascia 13-19 anni 200 casi ogni 100mila abitanti

di Simone Pierini


La pandemia ha ripreso a correre anche in Italia. I dati degli ultimi giorni confermano una crescita della curva del contagio che ieri ha registrato 13.114 casi positivi, circa 3.500 in più rispetto a lunedì scorso (a parità di tamponi) e quasi il doppio rispetto a due settimane fa. Un aumento che confrontato alla media dell'ultimo mese si attesta attorno al 60 per cento. Inevitabile associare l'impennata alla diffusione delle varianti - in particolare quella inglese - sulla scia di quanto già avvenuto in mezza Europa da dicembre in poi. E la prospettiva dell'immediato futuro non sembra rosea: «La verità è che le prossime settimane non saranno facili», commenta il ministro Speranza.

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A cambiare rispetto al passato sono i vettori del contagio. Secondo uno studio prodotto dall'Istituto superiore di sanità a partire dalla fine di gennaio l'incidenza dei casi di Covid-19 nella fascia sotto i 20 anni ha superato, per la prima volta da inizia pandemia, quella delle fasce di popolazione più adulte.

E a febbraio si è mantenuta leggermente più alta. Il valore più alto è registrato fra i 13-19 anni, poco meno di 200 casi ogni 100mila abitanti, mentre nei più piccoli è minore. Dati che fortunatamente hanno attutito l'impatto sulle strutture sanitarie, seppur in peggioramento in tutto il Paese. Nelle fasce di età più giovani, fra i casi diagnosticati rimangono pochissimi quelli gravi, mentre quelli lievi sono circa il 60 per cento e il resto sono pauci sintomatici. A risentirne è ovviamente il mondo della scuola che nel Dpcm che sarà firmato oggi potrebbe presentare misure più drastiche rispetto alla bozza circolata nei giorni scorsi. I presidi inoltre lamentano lentezza nel piano di vaccinazione dei docenti (a cui spetta AstraZeneca, in ritardo in molte Regioni). «Siamo arrivati a 150mila somministrazioni su 800mila docenti - ha detto il presidente dell'associazione nazionale presidi Antonello Giannelli - che, sommati agli Ata, arrivano a un milione, è un pò pochino. Da qui a quattro mesi dobbiamo vaccinare tutto il personale della scuola».


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Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Marzo 2021, 10:34
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