Covid, i farmaci per curarlo forse a primavera 2022. Rasi: «Anakinra molto promettente»

Covid, i farmaci per curarlo forse a primavera 2022. Rasi: «Anakinra molto promettente»

Il Covid, oltre che col vaccino, si potrà combattere anche con i farmaci: e qualche arma in più sui banconi delle farmacie potrebbe arrivare intorno alla primavera del 2022. Lo ha detto Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Ema e consigliere del commissario Francesco Paolo Figliuolo: i farmaci per combattere il virus, dice Rasi all'Adnkronos, potrebbero «arrivare nella primavera del 2022. Solo lo scorso anno al vaglio dell'Ema c'erano un centinaio di farmaci. Credo che ci sia qualche buon candidato, sono ottimista».

«Ci sono due linee di ricerca su questo fronte», ricorda l'esperto: una riguarda «i farmaci già conosciuti e usati per altre patologie, che possono funzionare contro il Covid. E poi ci sono varie famiglie di antivirali su cui ci sono studi e questi agiscono sulla fase iniziale della malattia. Da questi candidati - auspica Rasi - potrebbe arrivare una molecola promettente. Ma quello che dobbiamo evidenziare - precisa - è che oggi sappiamo molto di più dei meccanismi del coronavirus e questo ci permetterà di sviluppare meglio anche i farmaci per contrastarlo».

Ma sul fronte della ricerca di un'arma anti-Covid, che ruolo sta giocando l'Italia? «I nostri scienziati sono coinvolti, ma spesso per caso e per loro eroismo perché il nostro sistema è ancora vecchio», evidenzia Rasi. «Oggi - avverte l'ex numero uno dell'Ema - serve una revisione della normativa che è sostanzialmente ostile all'innovazione. Nel Pnrr», il Piano nazionale di ripresa e resilienza, «è stata posta l'attenzione alla ricerca con la volontà di un investimento importante, ma va risolto il nodo normativo. È spesso decisivo il tempo, la velocità con cui si investe, rispetto alla quantità dell'investimento stesso. Spesso - conclude Rasi - se i soldi non vengono erogati nel momento giusto e nelle modalità corrette, si rischia di sprecarli».

L'antinfiammatorio anakinra promettente contro il Covid

Tra i tanti farmaci usati per altre patologie, ma sperimentati nella lotta a Covid-19, «l'anakinra sembra essere tra quelli più promettenti, visto che ha dato risultati buoni, e potrebbe a breve uscire dalla fase sperimentale per essere usata su pazienti in fase avanzata della malattia», ha detto Rasi. 'Save-More', uno studio clinico di fase III sull'antinfiammatorio anakinra in associazione con lo standard terapeutico attuale nei pazienti con polmonite Covid da moderata a grave, ha stabilito che l'uso precoce abbatte la mortalità dei malati gravi. Il trial, che ha coinvolto diversi centri italiani, è stato pubblicato su 'Nature Medicine'.

«Intollerabile avere 50-60enni senza Green pass»

«Con il Green pass si potrà arrivare dove non arriva la ragionevole persuasione. È sicuramente una alternativa inevitabile a un obbligo di certificazione di uno status che, intendiamoci, è di minor rischio. E sapere che in un ambiente si garantisce un rischio di contagio più basso è fondamentale anche per la ripresa delle attività. Il Green pass è importante soprattutto per la fascia di popolazione 50-60 anni che sono i potenziali fruitori delle terapie intensive Covid. Non è più tollerabile, e non è etico per la gestione della sanità pubblica, che in questa fascia ci siano persone senza Green pass», dice commentando la possibilità che l'obbligo del Green pass venga esteso.

E proprio sulla questione dell'estensione del certificato verde, Rasi aggiunge: «Credo diventerà concreto per alcune categorie che hanno rapporti con il pubblico».

Mentre sull'ampliamento dell'obbligo vaccinale, ipotesi sul tavolo dei lavoro del Governo, «si dovrà valutare anche l'andamento epidemico nei prossimi mesi. Tutto sommato andiamo verso una alta protezione della popolazione generale e - osserva l'esperto - si potrebbe poi pensare, se il Covid dovesse diventare endemico con numeri contenuti, ad un obbligo raccomandato per alcune fasce d'età come già previsto per altri vaccini».

«Vedremo la prima settimana di ottobre»

Per capire come proseguirà la pandemia di Covid-19 «servono ancora un paio di settimane. Credo che la prima settimana di ottobre avremo numeri più chiari e sapremo come le riaperture delle scuole e i trasporti pubblici affollati avranno inciso sui contagi», sottolinea poi Rasi facendo il punto della situazione epidemiologica. «In Italia - osserva - abbiamo alcuni vantaggi e qualche svantaggio rispetto agli altri Paesi Ue. È vero, c'è una sacca di disomogeneità nelle percentuali di vaccinazioni raggiunte in alcuni territori e in determinate fasce d'eta. Ma abbiamo dei punti di forza: tutto sommato, nonostante pochi vaccini, siamo riusciti a passare dal target del 70% della popolazione da immunizzare a quasi l'80% e questo scatto giocherà a nostro favore». «Poi - aggiunge Rasi - c'è un altro dato: gli italiani in generale hanno un'attitudine migliore verso l'uso della mascherina negli ambienti chiusi, rispetto ad esempio agli inglesi che ti guardano male se in metro metti la mascherina. Sono punti di forza che potrebbero essere davvero utili anche contro la variante Delta».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Settembre 2021, 19:40
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