Quell'infinita giuria social malata di pagellismo

Quell'infinita giuria social malata di pagellismo

di Andrea Andrei
A proposito di ismi, più volte tirati in ballo da Fiorello sul palco del Festival di Sanremo appena concluso, si direbbe che in questi giorni quello più ricorrente, sui social, sia stato il classifichismo, o pagellismo che dir si voglia. Per carità, chi è che non si è mai divertito, fra amici, a dare i voti agli artisti durante il festival oppure a stilare una propria classifica dei cantanti in gara? Chi non si è mai lanciato in pronostici? Guai se non fosse così, ché il pensiero critico va sempre allenato.

Il problema è che quella stessa sana abitudine, sui social, cambia completamente volto. Perché, accanto ai commenti in diretta sullo show, spesso assai gustosi, sulla propria bacheca si finisce per scorrere una serie infinita di classifiche artigianali, condite con la classica didascalia Dopo la terza puntata, ecco la mia personalissima classifica di Sanremo, oppure Ecco per me chi dovrebbe vincere l'Oscar. Ora, so bene che può apparire molto impopolare e a tratti pure brutale, però forse è bene ricordarlo, a scanso di equivoci: a meno che non siate veri esperti o riconosciuti critici del settore, alla stragrande maggioranza dei vostri contatti (che spesso a stento associano il vostro nome al vostro volto), non interessa alcunché delle vostre personalissime classifiche o dei vostri personalissimi pronostici. Se proprio dovete farlo, limitatevi a scrivere chi vi piace, e perché. Ce lo faremo bastare, promesso.

andrea.andrei@ilmessaggero.it
Ultimo aggiornamento: Martedì 11 Febbraio 2020, 16:28
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