Torna la 500, profumo di rinascimento: elettrica, ha una porta in più ed è tutta made in Mirafiori

Torna la 500, profumo di rinascimento: elettrica, ha una porta in più ed è tutta made in Mirafiori

di Giorgio Ursicino

Torino si stringe intorno alla sua “piccola”. Un gioiellino che, mai come in questa occasione, può essere il motore della ripartenza. In un frangente difficile come quello della pandemia, la Nuova Fiat 500 è un raggio di luce. Per la città, per la regione, per l’Italia intera. La vettura, infatti, è molto più di un modello inedito. Apre le porte del nostro paese alla svolta energetica, dando impulso alla mobilità ecologica. In più manda messaggi forti: il tricolore motoristico può sventolare alto anche nell’era, ormai alle porte, dell’auto elettrica.

Il progetto, quindi, è una svolta epocale e testimonia la capacità del made in Italy di essere protagonista anche nel terzo millennio. Un futuro molto vicino in cui i carburanti fossili lasceranno definitivamente il posto alle fonti rinnovabili e i veicoli a batterie manderanno in pensione i vecchi motori termici, cilindri e pistoni che hanno caratterizzato un secolo. Il testimonial di un cambiamento tanto importante non poteva che essere il modello più iconico del Lingotto che, dall’inizio del prossimo anno, sarà l’azionista di riferimento (attraverso la Exor) della multinazionale globale Stellantis, un colosso da quasi 10 milioni di veicoli l’anno.

Non è la prima volta che la 500 diventa il fiore all’occhiello dell’Italia. Era accaduto nei 1957 quando, in pieno boom economico, si prese il compito di motorizzare l’Italia. E aveva fatto il bis nel 2007 trasformandosi nella citycar più glamour della produzione mondiale. Per questo all’evento di ieri c’erano tutti con la speranza che la nuova nata sia il propellente per il rilancio. Ad alzare il velo è stato John Elkann, accompagnato dalla moglie Lavinia e dai figli. Non mancava il fratello Lapo, mentre le istituzioni erano rappresentate dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino, e dal governatore del Piemonte, Alberto Cirio.

L’ultima nata di casa Fiat ha già fatto molto per il Nord-Ovest. È interamente progettata e sviluppata nella tana dell’auto italiana ed è prodotta nell’impianto di Mirafiori dove torna dopo 48 anni, riportando alla piena occupazione lo storico stabilimento con un investimento di 700 milioni. Che la città prende una boccata d’aria nuova è testimoniato da Sky Drive, il giardino pensile sul cuore del Lingotto ispirato alla High Line Park di New York che sarà anche il più grande e il più alto d’Europa.

Verrà inaugurato il 4 luglio 2021, compleanno della baby regina, per «stare nel verde a due passi dal cielo» e che vedrà anche la nascita di “Casa 500” al quarto piano della Pinacoteca Agnelli, un museo tutto dedicato alla cult car. «Era importante fare quest’evento, è l’inizio di una nuova Era», ha esordito il presidente di Exor, di Fca e futuro numero uno della newco che nascerà dalla fusione con i francesi di Psa. «In questo periodo difficile volevamo dare un segnale di concretezza - ha continuato il nipote dell’Avvocato - la dimostrazione che portiamo avanti progetti e impegni presi.

Quest’auto dimostra la capacità di fare un prodotto che sa combinare tecnologia, praticità, estetica nel rispetto del nostro pianeta ed è la prova che un grande gruppo come il nostro sa fare le macchine del 21° secolo.

L’Italia, se sa accettare le sfide, sarà vincente anche in futuro». Poi ha preso la parola Olivier Francois, il presidente del brand Fiat, il vero papà della terza generazione della 500 diventata zero emissioni: «Oggi rinasce un simbolo, un sogno italiano. Ancora una volta quest’auto è il rinascimento, questa è la sua missione. Mirafiori è casa nostra, ore abbiamo riportato a casa la 500 come nel 2010 avevamo riportato in Italia la Panda».

Il manager francese ricorda l’impegno di Fca per il nostro paese. «Tutte le Maserati le facciamo in Italia e anche tutte le Alfa Romeo. E poi anche le Jeep, con la Renegade da sempre a Melfi, insieme alla 500X, la Compass che è arrivata in Italia dal Messico e poi le nuove Plug-in Hybrid. Il Ducato nasce sempre ad Atessa, e ora anche la versione elettrica. Abbiamo investito oltre 5 miliardi sul futuro dell’Italia. Anzi, ci tengo a sfatare anche un altro luogo comune, ossia quello dei 6 miliardi di Intesa SanPaolo con garanzia Sace.

Ne hanno beneficiato centinaia di altre aziende. È concepito per dare ossigeno all’intero indotto che soffre in questo periodo senza privarci della liquidità che ci serve per continuare ad investire. E tra l’altro non è un “omaggio” ma un prestito da restituire in tre anni. L’auto elettrica ora ha un mercato, la nostra è una proposta di dimensioni compatte e di stile, abbiamo anche il modello 3+1. Sono già stati raccolti più di 12 mila pre-ordini, l’80% andrà all’estero».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Ottobre 2020, 09:57
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