​Carabiniere ucciso, la foto rubata con il sospettato bendato.
L'Arma prende le distanze, scatta l'inchiesta interna

Carabiniere ucciso, la foto con il sospettato bendato. L'Arma apre inchiesta interna
L'Arma dei Carabinieri non ci sta. E prende le distanze dalla divulgazione delle foto dei fermati, uno dei quali sembrerebbe essere sottoposto ad un'interrogatorio con una benda sugli occhi. Infatti, secondo quanto divulgato da Adn Kronos, starebbe circolando - in alcune chat "una fotografia che ritrarrebbe uno dei due indagati nell'inchiesta sull'omicidio del vicebrigadiere Mario Rega Cerciello, probabilmente Natale Hjorth, mentre viene interrogato in caserma davanti a un pc con una benda agli occhi. La fotografia, di cui non si conosce l'autenticità e la provenienza,
avrebbe fatto scattare accertamenti da parte dell'Arma dei carabinieri che, qualora l'immagine dovesse risultare vera, è pronta a prendere provvedimenti nei confronti di chi quella benda ha posto durante l'interrogatorio. Richiesti chiarimenti agli organi investigativi, non hanno voluto commentare. A quanto apprende l'Adnkronos gli accertamenti sono in corso".

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«Il Comando generale dell'Arma dei carabinieri - si legge in un comunicato diffuso - prende fermamente le distanze dallo scatto e dalla divulgazione di foto di persone ristrette per l'omicidio del Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega». Nella nota, inoltre, si avverte che «il Comando provinciale carabinieri di Roma - sta svolgendo con la massima tempestività accertamenti diretti a individuare i responsabili»

Secondo quanto riporta Cristiana Mangani su Il Messaggero "gli accertamenti  voluti dal comando Generale hanno prodotto i primi risultati, perché è emerso da chi è partita la decisione di bendare il 18enne, anche se ancora non è noto chi sia stato a diffondere l’immagine. In viale Romania, però, vogliono vederci chiaro e hanno anche inviato un rapporto sulla vicenda al procuratore aggiunto Michele Prestipino che ha aperto un fascicolo di inchiesta".

Sempre nell'articolo della Mangani viene riportata la motivazione che avrebbe indotto alla decisione di bendare il sospetto: «Abbiamo deciso di mettere la benda - si legge nel pezzo del Messaggero -  si è giustificato con i suoi superiori il militare che ha preso la decisione - perché sui monitor che c’erano nella stanza, scorrevano delle immagini e dei dati importanti per altre inchieste, e l’indagato non doveva vederle. Le manette e le mani dietro la schiena, invece, le abbiamo dovute mettere perché temevamo che potesse darsi alla fuga». Una giustificazione, precisa Sarzanini sul Corriere della Sera, giudicata "risibile" dai vertici dell'Arma. 

La rabbia intanto è esplosa nelle chat dei carabinieri e in ambienti vicini all'Arma indignati per questa ennesima speculazione e per gli attacchi all'Istituzione militare, «con un morto ancora da piangere e da seppellire», commenta affranto un maresciallo di lungo corso. Una foto, se confermata, destinata ad alimentare nuove polemiche dopo
quelle indegne di queste ultime ore fra chi chiede misure più energiche sulla sicurezza e chi rilancia parlando di fake news sulla pista iniziale dei maghrebini. Un delirio di commenti e già nessuno si ricorda più che è morto ammazzato con 8 coltellate un servitore dello Stato.
Ultimo aggiornamento: Domenica 28 Luglio 2019, 12:53
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