Il Contemporaneo si mette in mostra a Roma, tra musei, ville e fondazioni. Da Banksy a Obey, da Gastel a Schifano

Il Contemporaneo si mette in mostra a Roma, tra musei, ville e fondazioni. Da Banksy a Obey, da Gastel a Schifano

di Valeria Arnaldi

Pittura, scultura, fotografia, installazioni. Il Contemporaneo si mette in mostra a Roma. E lo fa in musei, fondazioni, Ville, in un ricco calendario di appuntamenti che, di luogo in luogo, interessa l’intera città.

FOTOGRAFIA

È una fotografia di indagine e di “relazione”, basata sulla magia dell’incontro, anche fotografico, quella di Giovanni Gastel, fatta di storie, attimi e, appunto, emozione.  Poetica e filosofia del Maestro della fotografia si possono ammirare nella mostra “Giovanni Gastel. The people I like”,  a cura di Uberto Frigerio con allestimento di Lissoni Associati, in prima assoluta nello Spazio Extra MAXXI fino al 22 novembre. In mostra, oltre duecento ritratti dei personaggi che, come si evince dal titolo, hanno colpito maggiormente e profondamente Gastel nel corso della carriera, tra cantanti, artisti, designer, politici, sportivi, chef. Ecco allora, Barack Obama  - «L’ho incontrato a un cocktail, gli chi chiesto: ma come mai gli Stati Uniti hanno eletto questo presidente dopo di lei? E lui è scoppiato nella risata che vedete in foto. Quasi liberatoria» - poi Roberto Bolle, Zucchero, Tiziano Ferro, Monica Bellucci, Franco Maria Ricci, appena scomparso, Bebe Vio, Germano Celant, curatore di tutte le sue mostre e anche di molte al Maxxi, al quale questa è dedicata.

La città, con le sue periferie, è la protagonista di “Roma”, esposizione fotografica di Massimo Siragusa, curata da Giovanna Calvenzi, fino al 10 gennaio al Museo di Roma in Trastevere: un percorso attraverso oltre cento fotografie consente di scoprire - o riscoprire - la Capitale, guardando alle sue periferie, con le loro bellezze, contraddizioni, sorprese. E, soprattutto, storie. Siragusa, vincitore di quattro World Press Photo, ha condotto per oltre due anni un’indagine nella periferia capitolina con l’intento di mostrare una visione della città lontana dagli stereotipi. Nei suoi scatti, archeologia e contemporaneo dialogano a illustrare le molte anime di Roma. Non solo mostra. Il lavoro ha portato pure alla pubblicazione del libro “Roma” edito da Postcart edizioni che contiene una sceneggiatura inedita di Ugo Gregoretti, testi di Marco Maria Sambo, Giovanna Calvenzi e un racconto di Tommaso Giagni.

 

ICONE “STREET” 

Doppio appuntamento espositivo, fino al 22 novembre, alla Galleria d’Arte Moderna. “Shepard Fairey. 3 Decades of Dissent”, a cura dello stesso Fairey, con Claudio Crescentini, Federica Pirani, Wunderkammern Gallery, vede trenta grafiche realizzate nel 2019 dall’artista poste in rapporto con una selezione di opere della collezione d’arte contemporanea della Sovrintendenza Capitolina. Tema chiave, il dissenso, nelle sue molteplici espressioni e “cause”. I decenni illustrati in mostra prendono le mosse da una copia autografata di “Hope”, immagine iconica di Barack Obama, simbolo del primo politico di origini afroamericane a ricoprire la carica di Presidente U.S.A., che ha imposto Fairey all’attenzione internazionale e gli ha fatto ottenere le congratulazioni dello stesso Obama. Di lavoro in lavoro, ad essere illustrati sono i temi portanti della ricerca artistica di Fairey, dal pacifismo all’attivismo politico e antirazzista, dalla difesa della dignità umana e di genere alla lotta contro la violenza sulle donne e l’infanzia violata, fino alla difesa dell’ambiente. Le opere dell’artista dialogano  con le opere della collezione d’arte contemporanea della Sovrintendenza Capitolina, costruendo speciali percorsi, in un gioco di intrecci e rimandi, da “Commanda” iche "guarda" a “Donna alla toletta”, opera di Antonio Donghi, al pugno chiuso di “Obey fist” in relazione con “Il Comizio” di Giulio Turcato e così via. Al museo, anche “Sten Lex. Rinascita”, a cura degli artisti pionieri dello stencil poster.

Al Chiostro del Bramante, fino all’11 aprile prosegue “Banksy. A visual protest”. In mostra, oltre novanta opere dell’artista, provenienti da collezioni private, da molte delle immagini più note, come “Girl with Balloon” e “Queen Vic”, da “Toxic Mary” a “HMV”, fino a sculture, prove di stampa per il libro “Wall & Piece”, stampe per “Barely Legal” e oltre venti progetti per le copertine di vinili, cd e libri realizzati dal 2001 al 2017. Organizzata da DART Chiostro del Bramante con 24 ORE Cultura e ideata da Madeinart, patrocinio della Regione Lazio, l’esposizione pone in relazione lavori più e meno noti dell’artista, consentendo un interessante approfondimento sulla sua ricerca, anche attraverso alcuni dei lavori più recenti, come  “Welcome Mat”, una delle opere i cui proventi sono stati devoluti per l’acquisto di una nave destinata al salvataggio di profughi.

SULLE MURA

“Insieme”,a cura di Gianni Politi, fino al 30 novembre, porta l’arte sulle mura Aureliane, in via di Porta Labicana: lavori di diciannove artisti compongono così, in relazione con lo spazio, un monumento contemporaneo. «Appropriarsi di un luogo ha sempre avuto il sapore romantico della scorribanda», dice Politi. «Voglio attaccare su queste Mura le nostre Opere per raccontare il presente. Comporre un’unica grande Opera, come un mosaico per Roma, Insieme». Tra lavori di Maurizio Altieri, Elisabetta Benassi, Rä di Martino,  Nunzio, Pietro Ruffo e altri, una rilettura di spazio e città.

CINEMA

A Caracalla, porte aperte a Villa Sordi, per la prima volta aperta al pubblico, per la grande mostra “Il Centenario. Alberto Sordi 1920-2020”, curata da Alessandro Nicosia in collaborazione con Vincenzo Mollica e Gloria Satta, visitabile fino al 31 gennaio. Nell’iter, fotografie, video, costumi, documenti, oggetti. Una seconda sezione, ospitata al Teatro dei Dioscuri, è dedicata al programma Tv “Storia di un italiano”, ideato e condotto da Sordi.

È dedicata a Sordi, pure la mostra fotografica di Fondazione 3M “L’umanità fragile”, a cura di Roberto Mutti, ospitata alla Casa del Cinema, fino al 28 novembre. Sono circa venti immagini originali scattate sui set di alcuni dei film più noti dei quali l’attore è stato protagonista a sottolineare le sue espressione, la mimica e una serie di “dettagli” che hanno consentito a Sordi di impersonare al meglio  l’italiano medio dal dopoguerra. Gli scatti provengono dall’archivio di Fondazione 3M, istituzione culturale permanente di ricerca e formazione e proprietaria di un archivio fotografico storico di oltre 110mila immagini.

A Palazzo Merulana, fino al primo novembre, “Vittorio Storaro: scrivere con la luce”, realizzata e promossa da Storaro Art.

Il percorso si snoda attraverso settanta opere - 50 cine-fotografie originali e 20 copie su tela dei dipinti che hanno ispirato la ricerca figurativa e cinematografica del Maestro tre volte Premio Oscar - poste in dialogo con lavori della collezione Cerasi. 

A VILLA BORGHESE

Villa Borghese sorprende con le opere di “Back to Nature. Arte Contemporanea a Villa Borghese”, inedita a cura di Costantino D’Orazio, che, fino al 13 dicembre, porta una serie di installazioni nel parco, tra opere di Mario Merz, Edoardo Tresoldi, Mimmo Paladino, Nico Vascellari, Davide Rivalta e altri. Una vera e propria “mappa” di incursioni contemporanee poste in dialogo con gli edifici storici della Villa stessa, per offrire nuovi - e inusitati - punti di vista e spunti di riflessione. L’esposizione interessa principalmente il Parco dei Daini e l’area di Piazza di Siena, ma anche il museo Carlo Bilotti, il Museo Pietro Canonica, la Casa del Cinema.

Mostra nella mostra al museo Bilotti. Nel progetto “Back to Nature”, infatti, rientra anche “Radici”, personale di Benedetto Pietromarchi, a cura di Paolo Falcone. Esposti grandi dipinti, sculture e una serie di disegni realizzati appositamente per l’occasione. In primo piano, il rapporto tra uomo e natura, nell’“incontro” di materiali come ceramica, bronzo, ferro con legno, terra ed elementi naturali. Una riflessione sull’ambiente e sulla Villa stessa. Alcuni degli elementi naturali utilizzati per la realizzazione delle opere provengono, infatti, dalla stessa Villa.

Nello stesso museo, “Cruor. Renata Rampazzi”, a cura di Claudio Strinati, che, visitabile fino al 10 gennaio, riunisce quattordici dipinti, quarantasei studi preparatori, un’istallazione e un video.  In primo piano, il sangue, la donna, l’urgenza di porre fine alla violenza.

A VILLA TORLONIA

Ricca pure l’offerta dei musei di Villa di Torlonia. Al Casino dei Principi, fino al 17 gennaio, “La signora dell’arte. Opere dalla collezione di Bianca Attolico da Mafai a Vezzoli”, curata da Ludovico Pratesi in accordo con gli eredi Lorenzo ed Elena Attolico. Il percorso riunisce 58 opere, tra dipinti e sculture, dalla Scuola Romana alle ultime generazioni artistiche, selezionate dall’ampia collezione di Bianca Attolico nota collezionista d’arte scomparsa lo scorso 19 gennaio. Promossa da Roma Capitale e dalla Fondazione La Quadriennale di Roma, cui è stata donata la Biblioteca d’Arte di Bianca Attolico, l’esposizione spazia da lavori di Balla, de Chirico, Morandi, Sironi e di protagonisti della Scuola Romana, come Pirandello e Mafai, agli anni Settanta e all’Arte Povera, con pezzi di Kounellis, Schifano e altri. Si passa poi agli anni Ottanta, con la Scuola di San Lorenzo, per arrivare alla contemporaneità, con nomi pure internazionali.

A Casina delle Civette, fino al 10 gennaio, “Un mondo fluttuante. Opere su carta di Anna Onesti”. Nel percorso, otto arazzi e altrettanti aquiloni in carta giapponese, frutto del recente lavoro dell’artista. I lavori sono realizzati in su carta washi, ottenuta dalla lavorazione delle fibre di kozo e colori di origine vegetale, con tecniche decorative ispirate alla tintura tradizionale nipponica dei tessuti. Un modo per riflettere pure su arte ed ecologia.

Stessa data di chiusura, al Casino Nobile, per la personale di Veronica Montanino “Rami”. Il tema portante è la metamorfosi, che l’artista illustra e indaga attraverso remix e camouflage, rileggendo anche il mito, a partire dalle storie di Apuleio. Rami intrecciati compongono nuove forme e “storie”.

SENZAMARGINE

Al MAXXI, “senzamargine. Passaggi nell’arte italiana a cavallo del millennio”, a cura di Bartolomeo Pietromarchi, che sarà visitabile fino al 10 ottobre del prossimo anno. La mostra è concepita, con un sistema di “stanze”, ognuna dedicata a uno dei grandi artisti fino ad oggi non presenti nella collezione del museo e ora in corso di acquisizione grazie a un contributo MiBACT nel decennale del museo: Carla Accardi, Jannis Kounellis, Luciano Fabro, Luigi Ghirri, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Paolo Icaro, Anna Maria Maiolino, Claudio Parmiggiani, Mario Schifano.

Al museo, fino al 17 gennaio, pure “Lina Bo Bardi – Un meraviglioso groviglio”, omaggio dell’artista e filmmaker inglese Isaac Julien alla grande architetta di origine italiana emigrata in Brasile, autrice tra l’altro del Museo d’Arte di San Paolo.

DALLA GALLERIA NAZIONALE A PALAZZO CIPOLLA FINO A VILLA MEDICI

Oltre trenta dipinti, anche di grandi dimensioni e perlopiù realizzati appositamente per l’esposizione, consentono di indagare la filosofia dell’artista in “Wang Yancheng. Micro e Macro”, a cura di Maria Giuseppina Di Monte e Gabriele Simongini, visitabile fino al 10 gennaio presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea. Macrocosmo e microcosmo si incontrano sulle tele, in un ideale dialogo tra infinito e finito, cosmo e materia.

Si intitola “Manolo Valdés. Le forme del tempo” la mostra, curata da Simongini, che segna il ritorno a Roma dell’artista spagnolo, con una personale dopo venticinque anni. Visitabile fino al 10 gennaio al Museo di Palazzo Cipolla, l’esposizione riunisce settanta opere provenienti dallo studio dell’artista stesso e da importanti collezioni private, tra dipinti e sculture in legno, marmo, bronzo, alabastro e altri materiali. Promossa da Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, realizzata da Poema con la Galleria Contini di Venezia, con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, l’esposizione illustra la ricerca di  Valdés dai primi anni Ottanta fino ad oggi.

“I peccati”, invece, è la mostra di Johan Creten, a cura di Noëlle Tissier, organizzata dall’Accademia di Francia a Roma-Villa Medici, visitabile fino al 31 gennaio. Nel percorso, le opere dell’artista - 55 in bronzo, ceramica, resina - dialogano con opere di artisti storici. La riflessione va ben al di là del tema suggerito nel titolo, con suggestioni e richiami alla bellezza ma anche alla morte, al Paradiso ma pure alla vita quotidiana, con le  molte difficoltà. Nel percorso, più precisamente nei giardini, la sorpresa di un’opera monumentale su cui si può salire,  “De Vleermuis - Il pipistrello”, per guardare il mondo da un nuovo punto di osservazione.

LA FONDAZIONE

La Fondazione, a un anno circa dalla sua apertura,  presenta la mostra “Claire Fontaine | Pasquarosa | Marinella Senatore”, a cura di Pier Paolo Pancotto, visitabile fino al 16 gennaio. Il percorso riunisce per la prima volta Claire Fontaine, collettivo artistico fondato nel 2004, e Marinella Senatore, classe 1977, con una artista del Novecento, Pasquarosa, scomparsa nel 1973. Soggetti distanti per storia, generazione e cultura, associati dai temi della libertà individuale, in particolare femminile.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Ottobre 2020, 11:01
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