Roma, al Museo Barracco torna accessibile, dopo vent'anni, una domus romana di epoca romano-imperiale

Roma, al Museo Barracco torna accessibile, dopo vent'anni, una domus romana di epoca romano-imperiale

di Valeria Arnaldi

A oltre quattro metri di profondità sotto l’attuale piano stradale, nei sotterranei del museo di scultura antica Giovanni Barracco a Roma. Basta attraversare il portone del palazzo e scendere qualche gradino per ammirare i resti di una struttura di epoca romano-imperiale, sicuramente di uso pubblico, probabilmente sede delle quattro fazioni di aurighi, che competevano nel Circo, poi divenuta edificio privato e trasformata in domus signorile. Nel peristilio, che originariamente circondava un’area centrale scoperta, si conservano in piedi varie colonne con basi e capitelli, intere e frammentarie, nonché parti di pavimentazione in marmi, sia bianchi, sia colorati - il tratto più antico, in lastre rettangolari marmoree, era preesistente al portico - fontane e una mensa ponderaria. Non una sorpresa ma una “restituzione” alla città. Dopo oltre vent’anni.

Scoperta nel 1899, durante gli interventi di parziale demolizione dell’edificio rinascimentale - dal 1948, sede del museo - per l’apertura del nuovo asse viario di Corso Vittorio Emanuele, infatti, l’area archeologica è stata visitabile, su richiesta, fino al 1999. Poi, dal 2000 non è più stato concesso l’ingresso al pubblico. Ora, però, il sito torna ad essere accessibile e, grazie all’innovativo progetto di tecnologia sostenibile Li-Fi - acronimo di Light Fidelity - si “racconta” attraverso la luce. Tramite appositi faretti Led, infatti, informazioni e immagini vengono trasmesse in modalità wireless, a smartphone o tablet. È sufficiente scaricare la apposita App e posizionare i device sotto la luce del trasmettitore Li-Fi, per visualizzare i contenuti multimediali - anche per non vedenti o ipovedenti - e scoprire così i “segreti” della costruzione.

La storia è articolata. La gran parte delle strutture risale al IV sec. d. C, ma, si vedono segni di interventi di epoche diverse, riconducibili alle differenti destinazioni  dello spazio, e, nel corso del tempo, per effettuare modifiche e ristrutturazioni, in quella che era una pratica comune, sono stati riutilizzati materiali di recupero, molti di epoca augustea e giulio-claudia.

Visitare l’area dunque permette di riflettere sulla topografia antica di Campo Marzio e sui lussuosi edifici pubblici, che vi sorgevano. Nell’ambito del percorso museale, inoltre, l’edificio consente di approfondire la costruzione e i reperti che compongono la collezione permanente. Le pareti della domus erano decorate con affreschi, a soggetto acquatico e terrestre. Negli anni Settanta tali opere sono state distaccate e attualmente sono conservate nel Museo.

La Domus sarà straordinariamente aperta tutti i giorni fino al 9 gennaio e, successivamente, fino alla fine di febbraio, solo nei fine settimana, dal venerdì alla domenica. Ed è soltanto l’inizio. Nei prossimi mesi sono previsti ulteriori interventi di valorizzazione del sito, a partire dalla realizzazione di una passerella trasparente. E guardando, appunto, alla tecnologia. «La sperimentazione di oggi fa parte di un progetto di più ampia portata nell'applicazione della tecnologia LiFi», ha annunciato la Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali Maria Vittoria Marini Clarelli. «Questa è una giornata importante, siamo contenti di aver condiviso con talenti giovani e innovativi la riapertura della casa romana e la valorizzazione del nostro museo Barracco».

Presentato da To Be, DB Ingegneria dell’immagine e Tecno Electric, con il sostegno dell’Unione Europea, il progetto Li-Fi fa parte dei 43 vincitori del bando “L’impresa fa Cultura” indetto dalla Regione Lazio. Il Museo Barracco è tra i primi musei al mondo a dotarsi di tale sistema tecnologico, che potrà essere sperimentato da domani al 9 febbraio ma non si escludono proroghe.

«Il Li-Fi è una tecnologia che consente di trasmettere dati in maniera veloce, sicura e sostenibile - dice Francesco Paolo Russo, Founder e Ceo di To Be Srl - la stessa luce che illumina un’opera d’arte o una sala espositiva può migliorare la fruizione del patrimonio culturale trasmettendo contenuti multimediali che arricchiscono l’esperienza di visita».

Il sistema interesserà quattordici punti di interesse nel museo, cinque dei quali proprio nella Casa romana.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Gennaio 2022, 17:41
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