«L'Atleta di Lisippo deve tornare in Italia». Cassazione respinge il ricorso del Getty

«L'Atleta di Lisippo deve tornare in Italia». Cassazione respinge il ricorso del Getty

di Laura Larcan
Riuscirà l'Atleta di Lisippo a rientrare a casa? Dopo fior di battaglie legali, annullamenti, ricorsi e sentenze, tra l'Italia e gli Stati Uniti, oggi viene segnato un passaggio chiave. L'ultima parola sulla partita per la conquista del capolavoro dell'arte classica, lo potrebbe scrivere la Cassazione, che ha respinto integralmente il ricorso presentato dai legali del Getty Museum di Malibu per la restituzione della statua. La strada che si schiude ora è quella della rogatoria internazionale.

La vicenda. Quando l'arte si intreccia alle strategie degli avvocati. L'Atleta vittorioso, gioiello in bronzo attribuito al famoso scultore greco Lisippo, datato al IV secolo avanti Cristo, è al centro di una vicenda giudiziaria internazionale, conteso da anni tra l'Italia e il museo statunitense. Lo spiegamento di forze legali statunitensi si deve alla decisione del gip di Pesaro di confiscare il bronzo oggi conservato oltreoceano.

Il Getty Museum. A giugno scorso il Getty aveva annunciato il ricorso in Cassazione per mantenere nelle sue collezioni la statua e impedirne l’immediata confisca. Il portavoce Ron Hartwig aveva espresso in quell'occasione «delusione» per la decisione del magistrato, ribadendo che il Getty avrebbe continuato a «difendere i suoi diritti. I fatti non richiedono la restituzione della statua».

Il giudice. «Il Lisippo deve ritornare in Italia, è l'ultima parola della giustizia italiana» dichiara oggi il pm di Pesaro Silvia Cecchi che ha seguito la lunga battaglia giudiziaria.
Il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli l'aveva già dichiarato settimane fa: 
«Mi auguro che il Lisippo rientri in Italia». Forse oggi si potrebbe scrivere un nuovo capitolo sulla vicenda. 

Le conseguenze. Cosa significa la sentenza della Cassazione? La decisione dei giudici rende definitiva la confisca «immediatamente esecutiva» della statua «ovunque si trovi» disposta dal gip pesarese Giacomo Gasparini lo scorso giugno. «Abbiamo buone speranze - aggiunge il pm Cecchi - stiamo preparando la rogatoria internazionale».
Per il Museo Getty di Malibu, dove l'Atleta vittorioso è esposto, potrebbe aprirsi la strada di un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Silvia Cecchi parla di un procedimento «estremamente complesso» che ha coinvolto vari settori del diritto, in primis quello penale, l'ordinamento italiano e quello Usa.

La storia. La statua era stata recuperata da un peschereccio di Fano (Pesaro Urbino) nel 1964 al largo di Pedaso ed era stata acquistata nel 1977 per circa 4 milioni di dollari da un commerciante d'arte tedesco. La magistratura pesarese si era pronunciata sulla vicenda nel 2009 e ne 2013, su richiesta della Procura, per la confisca del bronzo in quanto bene inalienabile dello Stato. Per due volte il museo americano ha ottenuto l'annullamento per vizi procedurali.

Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Dicembre 2018, 13:50
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