Seicento tartarughe marine trovate morte sulla costa indiana, vittime della pesca illegale

Seicento tartarughe marine trovate morte sulla costa indiana, vittime della pesca illegale

di Remo Sabatini
Strage di tartarughe marine lungo la costa dell'India. Oltre 600 esemplari di tartaruga bastarda olivacea (Lepidochelys olivacea) sono stati rinvenuti morti lungo le spiagge della municipalità di Kendrapara, nel nord est del Paese. I ritrovamenti, avvenuti nell'arco di soli due giorni, hanno allarmato le autorità che, sin dall'inizio, hanno indirizzato le indagini nell'ambito della pesca illegale. Le aree interessate, da Hukitola a Eakakula, infatti, sono parte del santuario marino di Gahirmatha dove pesca e attività marinare, sono pressochè vietate.

Tra le ipotesi più accreditate, almeno finora, quella delle tartarughe finite nelle reti di pescatori senza scrupoli che, successivamente, si sarebbero liberati degli animali ributtandoli in mare. Questa specie di tartaruga marina, è classificata come vulnerabile. I cambiamenti climatici, l'inquinamento delle acque legato anche alla massiccia presenza di plastiche e microplastiche che somigliano maledettamente al cibo preferito di questi rettili, le meduse e, come abbiamo visto, la pesca illegale, stanno portando le tartarughe marine all'estinzione.

Anche e soprattutto per questo l'istituzione di santuari marini, aree marine dove la fauna dovrebbe vivere e riprodursi indisturbata, sembra essere divenuta l'ultima possibilità per cercare di salvare la vita nei mari.
La salvaguardia delle aree marine protette indiane, nonostante i frequenti episodi di pesca di frodo, è punita severamente. Dopo il macabro ritrovamento delle tartarughe, le autorità hanno arrestato 380 pescatori di frodo e sequestrato 83 barche che operavano illegalmente nella zona.
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Febbraio 2019, 21:03
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