Il koala è quasi estinto: «L'uomo ha distrutto il suo habitat»
di Simone Pierini
Oltre al numero di koala rimasti, il problema più grave è l'assenza di una condizione ideale per la riproduzione che possa garantire la nascita di generazioni future. Per un animale pigro come il koala, la cui riproduzione è assai rara, fondamentale un habitat in grado di garantirgli una qualità della vita alta e piacevole. Il dato più inquietante è la differenza di esemplari rimasti da cento anni ad oggi. Si è passati da otto milioni a 80mila: ne sono sopravvissuti l'1%. Il declino sembra quindi inesorabile.
Cambiamenti climatici e, soprattutto, follia umana. Il primo strappo avvenne tra il 1890 e il 1927 quando i bracconieri ne sterminarono milioni per il traffico di pelliccie. A questa si è aggiunta la crescita industriale del Paese che, come conseguenza, ha portato alla distruzione dei loro habitat naturali. I koala si nutrono il più delle volte con piante di eucalipto, ormai in via di estinzione anche loro.
Australian Koala Foundation si aggrappa a una piccola speranza per la loro sopravvivenza. «Ma gli zoo non sono la soluzione - spiegano - Bisogna creare aree protette, tutelare i loro habitat e creare foreste che siano sorvegliate dallo Stato. Il Koala Protection Act è stato firmato nel 2016, andrebbe attuato il prima possibile».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Maggio 2019, 14:19
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