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A rischio di estinzione secondo Iucn, appartengono tutti alla sottospecie con la popolazione più esigua tra le quattro esistenti. A lanciare l'allarme in occasione della Giornata Mondiale degli Scimpanzè che cade oggi è il Parco Natura Viva di Bussolengo, dove vive la colonia più popolosa d'Italia di questi primati.
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«Molti degli esemplari ospitati al santuario in Sierra Leone - spiega Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva - arrivano da piccoli, spesso dopo aver subito l'uccisione della madre e la cattura per finire nel mercato illegale degli animali domestici da parte dei bracconieri». «La lunga riabilitazione di questi esemplari, un gigantesco lavoro di educazione con le comunità locali e la ricerca scientifica svolta direttamente in foresta - continua - adesso rischiano di fermarsi per sempre a causa del blocco dei circuiti ecoturistici e dell'assenza totale di sostegno pubblico, proprio in un momento critico per gli equilibri di convivenza tra uomini e animali».
Da qualche decennio infatti, l'Africa occidentale ha accelerato esponenzialmente la crescita della propria popolazione umana, determinando una pressione sulle foreste causata dall'espansione di agricoltura intensiva, infrastrutture e agglomerati urbani.
Il conflitto con la fauna selvatica si va inasprendo sempre di più e a questi ritmi, la specie che condivide con noi il 98% del patrimonio genetico rischia di scomparire dal Pianeta. «È fondamentale che il Tacugama Chimpanzees Sanctuary riesca a sopravvivere all'emergenza anche grazie all'aiuto della raccolta fondi pubblica attiva sul loro sito (https://www.justgiving.com/campaign/tacugamalockdownjuly) - conclude Avesani Zaborra - Siamo in un momento molto difficile ma parte di quanto abbiamo ricevuto per i nostri animali servirà anche ad aiutare gli scimpanzé a Tacugama perché non possiamo dimenticarci di loro».
Sono 1.081 gli esemplari di scimpanzè ospitati nei parchi zoologici europei, i quali hanno dovuto fare i conti con i lunghi giorni della pandemia insieme agli staff che si occupano del loro benessere. «La difficoltà maggiore - spiega Tom de Jongh, che insieme a Frands Carlsen è il coordinatore europeo della specie per l'Associazione Europea degli Zoo e degli Acquari - è consistita nel gestire un'epidemia disomogenea tra gli Stati in termini di gravità e misure di prevenzione tra le autorità nazionali. Tutto è andato bene anche se le difficoltà economiche che questo ha lasciato sono un fattore comune alle strutture europee che stanno ancora affrontando momenti molto difficili».
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Luglio 2020, 17:28
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