Coronavirus, animali esposti al contagio. Gli esperti: «I gatti più sensibili rispetto ai cani, vanno isolati dai padroni infetti»
di Alessia Strinati
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Bisogna quindi limitare l'esposizione degli animali a sogetti contagiati. L'Iss precisa che si tratta di una precauzione: «Fino al 2 aprile sono solamente 4 i casi documentati: in tutti i casi all'origine dell'infezione vi sarebbe la malattia dei loro proprietari affetti da Covid-19». Poi precisa: «A questi casi di infezione avvenuta naturalmente, si stanno infatti aggiungendo i risultati degli studi sperimentali effettuati in laboratorio su alcune specie domestiche. Questi confermerebbero la suscettibilità del gatto, del furetto e, in misura minore, del cane all'infezione da SARS-CoV-2».
La maggior parte degli animali che hanno contratto il virus sono risultati essere asintomatici, mentre il gatto contagiato in belgio ha avuto tosse, vomito e diarrea, ma è guarito autonomamente dopo il 10 giorno dall'insorgenza dei sintomi. Secondo gli esperti sono più sensibili al contagio i gatti rispetto ai cani, ma si precisa che il contagio è sempre avvenuto dall'uomo all'animale e non il contrario, almeno per ora. «Vivendo in ambienti a forte circolazione virale a causa della malattia dei loro proprietari, non è inatteso che anche gli animali possano, occasionalmente, contrarre l'infezione» conclude l'Iss.
Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Aprile 2020, 12:48
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