Balena muore dopo 18 giorni di prigionia. Inutili le proteste degli animalisti

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di Remo Sabatini

Le proteste internazionali non sono valse a nulla. Dopo diciotto giorni di prigionia in mare, infatti, la balenottera è stata uccisa. Macabre, le prime notizie che arrivano da Taiji, la località giapponese teatro della vicenda e diffuse poco fa da Dolphin Project, l'organizzazione ambientalista che si occupa della salvaguardia dei cetacei. La balena, uno splendido esemplare di balenottera minore, sarebbe stata affogata tramite una grossa corda che, legata alla coda della vittima dai pescatori, le avrebbe impedito di respirare.

«Uccisione che poteva essere evitata»

Così, mentre le prime immagini della barca che rientra al porto con la carcassa della balena coperta da un telo iniziano a tappezzare i social, il mondo ambientalista si interroga sull'ennesima uccisione di un animale marino che poteva essere tranquillamente evitata. Sarebbe bastato aprire una via di uscita tra le reti per lasciarla libera di tornare in mare. Taiji, e soprattutto la sua baia, è nota in tutto il mondo per la tradizionale caccia ai delfini. Una caccia spietata che, ogni anno, conta centinaia di esemplari uccisi.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Gennaio 2021, 13:44
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