Plastica, via piatti e stoviglie dai supermercati: «Saremo obbligati, meglio giocare d'anticipo»

Plastica, via piatti e stoviglie dai supermercati: «Saremo obbligati, meglio giocare d'anticipo»

di Enrico Chillè
Piaccia o no, molto presto dovremo abituarci a rinunciare alla plastica monouso, altamente inquinante, a vantaggio di soluzioni più ecologiche, come piatti e posate in plastica riclabile o compostabile. Lo stabilisce una direttiva europea che diventerà obbligatoria nel 2021, ma in Italia si è deciso di giocare in anticipo. E Federdistribuzione, che raccoglie circa la metà delle aziende impegnate nel settore, già da ieri ha deciso di introdurre le stoviglie realizzate in varianti della plastica più 'eco-friendly'.

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Come scrive Anna Dichiarante per La Repubblica, in tutti gli stati membri dell'Ue dal 2021 sarà vietato l'utilizzo e il commercio di prodotti in plastica, per cui esistono alternative meno inquinanti: tra questi, oltre a piatti e posate, ci sono anche altri oggetti di uso comune come bastoncini per mescolare le bevande, cannucce, cotton fioc e aste dei palloncini. L'obiettivo della direttiva europea è quello di arrivare a riciclare il 90% delle bottiglie di plastica entro il 2029 e produrne il 30% con materiale riciclato entro l'anno successivo. Al momento, però, si tratta quasi di un'utopia: fino ad oggi, solo il 30% della plastica fabbricata nel mondo negli ultimi 50 anni è ancora utilizzata, mentre solo il 9% del resto è stato riciclato. Il 79% è finito in discarica o abbandonato nell'ambiente ed il restante 12% è stato bruciato negli inceneritori.

Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione, ha spiegato così la novità: «Vogliamo fare la nostra parte, in un momento in cui c'è una rinnovata sensibilità ecologista e speriamo che altre aziende di distribuzione più piccole seguano presto il nostro esempio. Si tratta di un impulso, quello di fornire materiali alternativi e riciclabili, che deve rispondere ad una direttiva comunitaria ma che nasce dal basso, direttamente dalle aziende produttrici che lavorano con noi. Abbiamo voluto anticipare i tempi perché un cambiamento simile non può essere graduale e vogliamo farci trovare pronti».

Difficile dar loro torto, in un paese in cui ogni anno, nel Mediterraneo, finiscono ben 570 mila tonnellate di plastica, specialmente nel periodo estivo. Come illustra ancora Anna Dichiarante, «La plastica che usiamo e gettiamo nella spazzatura sfugge spesso ai meccanismi di recupero e finisce per avvelenare fiumi e mari. Sono 8 milioni le tonnellate di questo materiale che vengono riversate negli oceani ogni anno. Mentre sono un milione gli uccelli, 100 mila i mammiferi e 600 le specie marine che, nel medesimo arco temporale, muoiono o subiscono danni a causa sua. Tanto che l'inquinamento marino da rifiuti plastici rappresenta la seconda emergenza ambientale a livello planetario, dopo i cambiamenti climatici».
Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Luglio 2019, 15:42
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